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Non perderà mai il vizio. Luis Alberto ci ricasca di nuovo e Sarri lo prende subito di petto. L’altro ieri il confronto serrato alla ripresa a Formello. È finita la vita da «privilegiato» che Inzaghi riservava al gioiello spagnolo. Sabato contro il Twente si era tirato indietro perché sentiva un dolorino, ma Mau era stato avvertito che non c’era nulla dallo staff medico. Guarda caso, due giorni dopo, riecco il numero 10 fresco e pimpante in campo. E allora il mister lo ha bacchettato e minacciato punizioni serie al prossimo affaticamento mirato. Dopo il ritardo ingiustificato di una settimana al primo raduno, era stato chiaro: scuse accettate con riserbo, bonus giocato. Ora non fa passare più nemmeno un colpo di tosse a Luis Alberto, anche perché i compagni continuano a lamentarsi del suo atteggiamento. E pensare che era tornato a testa bassa, aveva corso e sudato in silenzio ad Auronzo. A Marienfeld i primi antichi sintomi dello spagnolo talvolta svogliato in allenamento. E allora sarà pure indiscusso il suo talento, ma Mau mette in discussione persino Luis Alberto. Poco importa che difficilmente il mercato gli riserverà qualcosa di meglio, il rispetto dello spogliatoio vale più del compromesso per un singolo colpo ad effetto.
PROMESSA
Un Comandante non accetta nessun genio ribelle. Vuole vedere tutti stramotivati sempre, altrimenti comincia a pensar male. Perché Luis Alberto avrà pure messo radici con la nuova casa nella capitale, ma c’è anche la promessa fatta da Lotito e Tare a luglio per convincerlo a tornare: se entro la fine del mercato arriverà un’offerta da almeno 40-45 milioni, la Lazio lo lascerà andare. Mai arrivata sinora una simile proposta indecente, per questo il numero 10 in fondo si è rassegnato a restare con un contratto in scadenza (eventualmente da adeguare economicamente a ottobre) soltanto nel 2025. Ma nel rush finale tutto può succedere e ora anche Sarri se ne farebbe una ragione. Prima di sbarcare a Formello, Mau lo aveva inserito nella lista degli incedibili per le sue qualità tecniche, ora anche lui teme più le frizioni future.
MERCATO E FORMAZIONE
Coi piedi resta un fenomeno assoluto.
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Il Messaggero