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Nascosti all’inizio, si sono già ripresi il palcosecnico. Il nuovo campionato, e fa un certo effetto ricordarlo dopo quasi 4 mesi di partite, non li ha aspettati. Ciro Immobile, 31 anni a febbraio, ed Edin Dzeko, 35 a marzo, non sono andati in campo nel giorno del via, fatto insolito per i titolarissimi di Lazio e Roma. Per i capitani. Motivi diversi, però, li hanno resi spettatori. Inzaghi ha dovuto rimandare il debutto in questo torneo, rinviata la gara d’esordio all’Olimpico con l’Atalanta. Fonseca, invece, ha scelto di tenere fuori il suo centravanti nel match contro il Verona al Bentegodi. In panchina, con la valigia pronto e l’auto pronta fuori dello stadio per portarlo in serata a Torino. Il trasferimento alla Juve è però evaporato sul più bello e quindi è ripartita la sfida con il collega biancoceleste. Cominciata prestissimo, con le maglie di Italia e Bosnia il 4 settembre al Franchi di Firenze. Quella notte il giallorosso mise il timbro in Nations League. E Mancini fu criticato: usò la Scarpa d’oro solo nel finale, tardi per evitare il pari casalingo.
RE IN CAMPIONATO
A parte quel gol nella serata fiorentina, a entrare in scena è stato più veloce Immobile, facendo centro alla Sardegna Arena contro il Cagliari, mettendo al sicuro il 1° successo della Lazio in campionato.
SPESSORE INTERNAZIONALE
La Roma ha un vantaggio di 6 punti in classifica. Il distacco è la conseguenza proprio delle reti segnate in 17 partite. Lo scarto è di 10 in favore di Fonseca: 37 a 27. A Inzaghi non è dunque bastata la continuità di Immobile già a quota 11 da sommare al raccolto di Caicedo che comunque ne ha fatti 6. Mkhitaryan con 8, Dzeko e Veretout con 7. La somma, con 10 marcatori diversi (addirittura 14 contando l’Europa League), vale il 3° posto. Ciro, però, incide da sempre sul rendimento della Lazio: a parte i successi personali, sono arrivati anche quelli di squadra, alzando per due volte la Supercoppa italiana oltre alla Coppa Italia. All’estero solo la supercoppa di Germania con il Borussia Dortmund. Fuori porta meglio Edin che, invece, qui non ha raccolto niente. Si è accontentato della semifinale di Champions e di diventare di capocannoniere in A e in Europa League. Ha dunque festeggiato prima di sbarcare in Italia il titolo in Bundesliga con il Wofsburg (e quello di capocannoniere) e i 2 in Premier con il City. A Manchester ha fatto il pieno, vincendo pure la Coppa di Lega, l’FA Cup e il Community Shield. Qui è appena salito sul podio nella classifica dei marcatori all time, con 114 reti, superando Amadei fermatosi a 109. Sorpassare Pruzzo a 138 sarà complicato (irraggiungibile Totti a 307): il contratto del centravanti scade nel giugno del 2022 e chissà se i Friedkin sono intenzionati a concedergli il nuovo prolungamento. Più lontano Piola, a 143, per Immobile, arrivato a 114. Ma per essere il migliore di sempre avrà, oltre questa, altre 4 stagioni a disposizione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero