Un po’ di Pepe fra i pali e nello spogliatoio. Foto con l’aquila Olympia a Formello, Reina oggi trascina il suo ingombrante corpo insieme al ds Tare e tanto entusiasmo...
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BIENNALE
Non si tratta di “Vacanze Romane”, nonostante Reina si sia immortalato accanto alla storica vespa dopo le visite di rito. Quindi la firma sul contratto: biennale da 1,7 milioni con opzione per un terzo anno. Reina vuole dimostrare subito quanto vale ancora sul campo. A Napoli era un leader indiscusso, non ha timore di scontrarsi con nessuno: litigò con De Laurentiis per una battuta sulla moglie Yolanda fuori luogo, decise così d’allontanarsi dal Vesuvio. Lì lo aveva portato Benitez, suo fido tecnico già dai tempi del Liverpool. Dove aveva conosciuto Leiva, che gli dà il benvenuto. «Eccoci di nuovo insieme sette anni dopo, amico mio», risponde Reina. Che, senza peli sulla lingua, lancia pure il guanto di sfida a bomber Ciro: «Prepara i piedini in allenamento». Anche per dimenticare la beffa David Silva, ci voleva un personaggio con questa vitalità e una sana spocchia all’interno del gruppo. Forse per questo Inzaghi non vede l’ora di abbracciarlo.
CARATTERE
Tecnicamente Pepe è il portiere che lui ha sempre desiderato: bravo nelle uscite e sopratutto abile coi piedi per sviluppare l’azione da dietro. Tutto quello che con Strakosha in questi anni gli è mancato. Reina aveva contratto il Coronavirus a marzo, gli mancava il respiro, questa nuova avventura è una boccata d’ossigeno. S’aggiunge alla colonia iberica, è il quinto spagnolo. Poco importa che in patria lo provochino («Non potevi scegliere squadra migliore») con allusioni al fascismo. Estremo difensore, ma anche showman, basti vedere i suoi balletti nei festeggiamenti nello spogliatoio. Prima però professionista serio, attento a ogni dettaglio: appuntamento fisso prima di ogni match con il rifornimento della sua auto come gesto scaramantico. Mette Pepe, ma anche benzina sul fuoco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero