Lazio, troppi infortuni: Lotito chiama il prete per far benedire la squadra

Lazio, troppi infortuni: Lotito chiama il prete per far benedire la squadra
Il periodo non è certo dei migliori: sconfitte e infortuni che non conoscono sosta. La Dea bendata sembra aver voltato le spalle alla Lazio. Ecco che allora Lotito ha...

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Il periodo non è certo dei migliori: sconfitte e infortuni che non conoscono sosta. La Dea bendata sembra aver voltato le spalle alla Lazio. Ecco che allora Lotito ha deciso di far benedire i campi di allenamento e lo spogliatoio. E’ successo ieri, a Formello. A convincere il presidente a chiamarlo per la quinta volta da quando ha preso la Lazio è stato l’ennesimo ko, stavolta addirittura di un giovane convocato dalla Primavera. Questo è il momento di mantenere unita al di fuori dell’ambiente la squadra. E questo non è stato certo l’effetto dell’ultima strigliata. Eppure o si supera subito la crisi o un’intera stagione rischia di naufragare.


Nel panico generale le divisioni di un tempo sono sempre più chiare: Lotito contro Inzaghi, Inzaghi contro una parte dello spogliatoio, una parte dello spogliatoio contro di lui. Evidente, per esempio, nella reticenza di Patric (multato, ma ieri provato) di chiedergli scusa davanti a tutti. O nelle lamentele di alcuni giocatori con la società per qualche allenamento e i metodi suoi (e del suo staff) utilizzati. Come confermato da Tare: «La gestione dopo la partita con l’Inter ha creato qualche problema». Proprio il discorso infortuni ha aperto un altro varco e gli ultimi risultati lo stanno allargando. Giovedì Inzaghi però ce l’aveva comunque con i reduci per l’atteggiamento. E’ stato duro col gruppo perché ha rivisto vecchi personalismi, nessuna solidarietà coi compagni e con le sue scelte. Forse però, pure perché il tecnico sembra delegittimato dal club, nonostante nel momento più difficile del 2018 fosse stato sostenuto pubblicamente. 

MODULO
Via il malocchio per ritrovare la retta via in un batter d’occhio. E’ questo il solito piano di Lotito. Che pure non considera Inzaghi sfortunato, ma cocciuto. A Siviglia solo nella ripresa, disperato, il tecnico ha cambiato modulo. E adesso sembra una provocazione la sua intransigenza tattica, adesso bisogna per forza ritrovare la vittoria. Chissà se il 4-3-2-1 di giovedì verrà ripetuto contro il Milan (poco più di 20mila biglietti venduti), di sicuro Inzaghi ci sta pensando. Anche se ieri ha provato ancora il 3-5-2 e sta facendo di tutto per recuperare almeno un altro centrale fra Wallace e Bastos. Con loro però la maga serba Mirijana Kovacevic non è riuscita a fare nessun miracolo, per questo Lotito confida adesso nell’esorcismo.


Non toglierà la squalifica a Radu in Coppa Italia, ma magari trasformerà Leiva al fianco di Acerbi nel miglior centrale di difesa. Per forza Inzaghi deve confidare nella fortuna, dovrà fare al miglior Milan una macumba. Perché nonostante Lotito non abbia intenzione di mettere nessun altro allenatore a busta paga, il suo futuro immediato si deciderà per forza fra questa e la prossima gara. Dopo l’uscita dall’Europa League, Milan e Roma diventano decisive non solo per le sorti della stagione (Coppa Italia e Champions), ma anche per quelle della panchina. Inzaghi rischia eccome, sebbene la minaccia debba servire da sprone sino alla fine. Una fine a giugno abbastanza scontata perché sarà comunque lui per tutti (medici, preparatori e mancati acquisti) a pagare. Dopo 15 anni di questa presidenza vi aspettavate un altro esito? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero