Lazio bella a metà, manca esperienza: il gruppo di Pioli troppo spesso cala di ritmo

Lazio bella a metà, manca esperienza: il gruppo di Pioli troppo spesso cala di ritmo
Bella a vedersi, organizzata, sorprendente e brillante, ma ancora poco smaliziata e furba quanto basta e quando serve. La Lazio di Pioli deve crescere ancora un po' e il...

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Bella a vedersi, organizzata, sorprendente e brillante, ma ancora poco smaliziata e furba quanto basta e quando serve. La Lazio di Pioli deve crescere ancora un po' e il secondo tempo con il Napoli, forse, ne è una delle dimostrazioni più lampanti. Non manca molto, ma la differenza tra essere una squadra che è in rampa di lancio e una grande, probabilmente, è tutta qui. A parte l'innesto di nuovi giocatori per il futuro, che serviranno a far alzare ancora di più l'asticella (e ne arriveranno), al momento la formazione biancoceleste deve sicuramente imparare ad essere più intelligente durante la partita e soprattutto a saper dosare le sue forze.




IL DOPPIO VOLTO

Nei primi quarantacinque minuti con il Napoli, la Lazio ha dominato, ha fatto capire ai partenopei di poter essere alla loro altezza, se non qualcosa di più in alcuni frangenti della gara, per poi subire troppo nella ripresa. Klose e compagni sin dall'inizio della partita hanno immediatamente spinto sull'acceleratore, correndo, pressando e raddoppiando quasi in ogni zona del campo. Un'identità ben precisa e una mentalità da big. Un ritmo infernale che ha sorpreso e messo in grande difficoltà la formazione di Benitez, per stessa ammissione del tecnico spagnolo. Un modo di giocare che alla lunga porta a raggiungere obiettivi importanti, uno dei principali leitmotiv di Pioli che tanto ha fatto presa sui giocatori sin dal primo giorno di lavoro, ma è altrettanto vero che è quasi impossibile poter mantenere la stessa regolarità per tutti i novanta minuti. Nemmeno Bayern Monaco, Real Madrid o Barcellona tengono la stessa cadenza di gioco e d'intensità per tutta la gara. Di sicuro per quello che ha espresso, la Lazio meritava di chiudere la prima frazione di gioco con almeno due reti di vantaggio, ma così non è stato.



GOL IN FOTOCOPIA

Nel secondo tempo il Napoli ha saputo aspettare, ha atteso il fisiologico calo dei primi venti minuti, ha preso campo e poi ha colpito. E questo alla formazione allenata da Pioli capita spesso. E' successo con l'Inter, con la Roma nel derby e per poco non accadeva con il Palermo, ma anche in altre situazioni. La Lazio spinge forte, attacca a testa bassa ma alcune volte cede di schianto e nel frattempo gli avversari si organizzano, quando invece basterebbe essere più accorti, abbassare i ritmi e coprirsi quasi alla vecchia maniera, magari inserendo un centrocampista in più, per riprendere fiato, organizzarsi meglio e poi ripartire e colpire di nuovo. Senza parlare, poi, di alcuni gol incassati quasi allo stesso modo, con palla persa in mezzo al campo, lancio lungo e l'inserimento centrale dell'attaccante avversario. Oltre a Higuain due sere fa, è accaduto già con Niang e Berardi, con la difesa che, presa in contropiede, è salita troppo lentamente e non rispettando i tempi giusti imposti da Pioli.



LE BIG D'EUROPA ALL'OLIMPICO


Nonostante questo, la Lazio resta un bellissima realtà. Talmente avvincente che sta incuriosendo diverse squadre e tra queste alcune davvero importanti. E se alcuni tifosi laziali latitano e non vengono in massa allo stadio, non sono di questo avviso Psg, Bayern Monaco e Chelsea che lunedì sera saranno sulle tribune dell'Olimpico ad osservare la squadra di Pioli, ma più attentamente alcuni gioielli come Biglia, de Vrij, Candreva e Felipe Anderson. Un piccolo allarme, non c'è dubbio, ma anche questo è normale.

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Il Messaggero