Lazio, la sfida di Inzaghi agli ultimi tabù: mai battuti in campionato Napoli e Gattuso

Lazio, la sfida di Inzaghi agli ultimi tabù: mai battuti in campionato Napoli e Gattuso
L’ultimo tabù si chiama Gattuso. Inzaghi punta al decimo successo consecutivo (record assoluto della storia della Lazio), ma si trova di fronte l’ex...

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L’ultimo tabù si chiama Gattuso. Inzaghi punta al decimo successo consecutivo (record assoluto della storia della Lazio), ma si trova di fronte l’ex centrocampista del Milan sulla panchina di un Napoli ancora da lui mai battuto. Quest’anno non c’era Ringhio e di fatto la Lazio è riuscita a espugnare dopo 30 anni San Siro. Adesso Simone deve riuscire a invertire pure l’ultimo trend negativo: nella sua corsa Champions c’è l’allenatore amico contro cui non ha mai vinto in campionato. Gattuso vanta due successi a Milano (2-1 del 28 gennaio 2018 e 1-0 del 13 aprile 2019) ed un pareggio, l’1 a 1 del 25 novembre 2018 all’Olimpico. Discorso diverso in Coppa Italia: Simone vinse a Milano ed eliminò Ringhio. Sabato si presenterà con questo curriculum, l’ex tecnico rossonero, anche se col Napoli sinora ha racimolato (al posto di Ancelotti) appena tre punti col Sassuolo e due ko. Il problema vero di Inzaghi è che anche la squadra partenopea per lui rappresenta uno spauracchio: appena un pari e quattro cocenti sconfitte da quando ha preso le redini della Lazio. Il mister era partito con un 1-1 il 5 novembre 2016 al San Paolo, poi è stato un capitombolo continuo a favore del club azzurro: 3 a 0, due volte 4 a 1 e la scorsa stagione 1 a 2 e 2 a 1 al ritorno. Anche nell’ultimo anno di Pioli erano arrivate due sconfitte (5-0 e 0-2) ad ampliare il distacco. La Lazio non vince (2-4) addirittura dal 2015 contro il Napoli, dalla fantastica notte campana del 31 maggio che valse il terzo posto. Adesso qualcosa è cambiato, è giunto il momento di capovolgere di nuovo il risultato. 

SENZA PAURA
Non ha più paura di nessuno, questa Lazio. Tanto rispetto per il Napoli costruito per lo scudetto, ma ora l’obiettivo è batterlo e lasciarlo all’inferno. Anzi, vincendo pure questo scontro diretto, spedirlo a 18 punti di distanza con una partita in meno ed estrometterlo definitivamente dal discorso Champions. Rimarrebbero solo Atalanta e Roma insieme ai biancocelesti in corsa per due posti in palio, servirebbe un miracolo alla formazione partenopea recuperare così tanto nel girone di ritorno. Inzaghi si metterebbe in tasca così anche un’ulteriore opzione per il futuro: al momento non ha nessuna intenzione di lasciare la Lazio, a giugno avrà un altro anno di contratto e tanta voglia di godersi i frutti del suo traguardo centrato. Eppure già a novembre De Laurentiis lo ha richiamato e ricorteggiato per guidare il prossimo anno il club azzurro: senza Champions (unico caso di rinnovo automatico), d’altronde, a fine stagione dovrebbe lasciare Napoli dopo sei mesi pure Gattuso. Stavolta non si farà sorprendere, Inzaghi. Ha già iniziato a studiare il piano col suo staff medico da giorni. Era stata la fascia sinistra, con gli inserimenti di Callejon, il punto debole negli scorsi anni. Per fortuna il recupero di Lulic non dovrebbe fargli venire ulteriori patemi. Oggi il capitano (distorsione alla caviglia) e Correa (contrattura al polpaccio) dovrebbe tornare ad allenarsi con i compagni ed essere disponibili. Difficile possa recuperare Jony, ieri è rientrato in gruppo Cataldi. 
LA SORPRESA

La Lazio per il suo 120esimo compleanno fare un altro regalo a tutti i suoi tifosi: «La Nord ha preparato una scenografia apposta per l’occasione contro il Napoli – rivela il responsabile del marketing Canigiani – e la squadra scenderà in campo con la maglia celebrativa, che diventerà la prima sino al termine del campionato. Intanto martedì ha riaperto la campagna abbonamenti valida per il girone di ritorno, sottoscrivendolo sarà possibile assistere anche alla partita col Verona. L’iniziativa sta andando bene finora, già centinaia di tessere sono state vendute. Perciò invitiamo tutti a fare l’abbonamento in modo da avere la propria esclusiva sul posto». A maggio potrebbe valere oro. 
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Il Messaggero