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ROMA C’era una volta Ciro contro Ciro. Oggi Mertens ha passato il testimone. Ormai Osimhen è il suo erede: tutta sua la sfida fra bomber con Immobile. Un napoletano profeta nella capitale e un nigeriano che non ha ancora espresso tutto il suo potenziale. L’esperto capocannoniere 32enne contro un 23enne dalle grandi falcate, e parecchi imprevisti (Covid, setto nasale), nella fuga per l’esplosione. Stasera è tanta la posta in palio sotto rete: uno si gioca la Champions, il giovanotto nientedimeno che il primo tricolore. Chi vincerà questo Lazio-Napoli potrà decollare, far rientrare ogni allarme della vigilia, dissolvere tutte le ansie.
QUI FORMELLO
Semplicemente stremato. Immobile deve recuperare le energie e l’ossigeno. Giovedì sera boccheggiava all’uscita dall’Olimpico, dopo aver corso avanti e indietro, dopo sei giorni ai box. Voleva vincere a tutti i costi contro il Porto, passare i play-off. Invece niente, a nulla è servito il suo 20esimo centro, se non all’ennesimo personale record europeo con la maglia della Lazio. Venerdì e ieri è rimasto a riposo, ma stasera non si perderà il big match contro il Napoli per nulla al mondo. Gli è rimasto solo il campionato: il bomber principe della Serie A vuole riprendersi il primato (superato ieri da Vlahovic a 20 gol) e soprattutto trascinare i compagni al quarto posto. Vuole vendicare il 4-0 dell’andata al Maradona, unica gara in cui è rimasto a digiuno negli ultimi sette confronti contro il club partenopeo. Immobile vede Napoli e non si ricorda dove è nato. Nel 2016, prima dello sbarco alla Lazio, era stato vicino al ritorno all’ombra del Vesuvio. Ironia del destino, proprio l’ex Sarri inizialmente non lo aveva voluto. Ora il tecnico (rimasto ieri in rigoroso silenzio) lo considera il punto di riferimento assoluto. Ha adeguato persino il suo gioco a Ciro: palleggio, lancio lungo e contropiede-gol. Così il centravanti aveva segnato pure nel 2018 la rete considerata dai tifosi biancocelesti la più bella di sempre in mezzo a Mario Rui, Koulibaly e Albiol. Manca solo quest’ultimo nell’attuale difesa partenopea, la migliore (appena 18 gol incassati) del torneo in corso. Ciro di Torre Annunziata dovrà fermare la corsa scudetto per regalare alla Lazio la Champions. Bandito dunque - come sempre - ogni sentimento. Dal suo sbarco a Roma, nelle 17 sfide totali, ha ancora 7 reti e 3 assist come speciale bottino, ma i biancocelesti hanno vinto appena 3 volte, pareggiato una, e racimolato ben 13 ko. Più in generale, i numeri però sorridono ai padroni di casa (33 successi) all’Olimpico, dove lo spettacolo sugli spalti stasera (solo 15mila biglietti venduti) non sarà il massimo. Che peccato. Show comunque garantito dal secondo miglior attacco (53 centri) del campionato, anche se nel tridente Pedro resta in forte dubbio: con Zaccagni scalpita Felipe Anderson. Centrocampo titolare con Leiva, senza Cataldi stirato. Sarri è indeciso anche su chi affronterà a sinistra Politano: ballottaggio fra Hysaj e Radu sino all’ultimo. La missione più dura per la retroguardia sarà comunque al centro contro quell’ira di Dio.
QUI CASTELVOLTURNO
«Victor Osimhen sta bene e potrà giocare tutti i novanta minuti». L’investitura arriva direttamente in conferenza da Luciano Spalletti e dissolve i dubbi sulle condizioni del numero 9 del Napoli. La fasciatura sul ginocchio destro nel post Barcellona è stata applicata soltanto a scopo precauzionale: ha messo un po’ di ghiaccio dopo l’infiammazione dei giorni scorsi, ma adesso è pronto a trascinare gli azzurri al primo posto in classifica. L’allenatore si aggrappa al suo campione per cancellare i problemi dell’ultimo periodo.
LA DISFATTA
Toccherà ad Osimhen guidare l’attacco contro la Lazio: è stato uno dei pochi a salvarsi nella disfatta con il Barcellona in Europa League e stasera proverà a far sfigurare il mito Immobile: «In Italia Ciro è il mio attaccante preferito.
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Il Messaggero