Sfilano i “120 anni d’amor”, ma la storia continua...

Foto Fraioli
All’improvviso si spengono le luci e cala il silenzio. L’Olimpico si colora di storia. “120 d’amor. 1900-2020” l’enorme scritta che abbraccia...

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All’improvviso si spengono le luci e cala il silenzio. L’Olimpico si colora di storia. “120 d’amor. 1900-2020” l’enorme scritta che abbraccia la curva Nord e i due distinti. Al centro una grande maglia che cambia con il passaggio degli anni e via via assume il volto di uno dei personaggi che hanno scritto pagine di Lazio. Brividi forti e voglia di cantare perché er coro che famo tutti quanti insieme dice Lazio sei grande e te volemo bene. Va in scena il film dei 120 anni tra storia e tradizione. Protagonisti i tifosi, ognuno con un cartoncino colorato. Fotogrammi di una coreografia da applausi. Si parte con Luigi Bigiarelli, poi ecco comparire i volti simbolo, tra cui quelli di Silvio Piola, Giorgio Chinaglia, Giuliano Fiorini, Sinisa Mihajlovic, Alessandro Nesta e Senad Lulic. C’è anche il Generale Vaccaro che nel 1927 impedì la fusione con la Roma. 

LA POLISPORTIVA
Ma la festa non è solo per il calcio perché Lazio è il nome della polisportiva più grande d’Europa con le sue 79 sezioni. Sul tartan dell’Olimpico sventolano le bandiere con i vari simboli mentre lo speaker annuncia i nomi di grandi sportivi biancocelesti che hanno scritto la storia dello sport. Fausto Coppi (ciclismo), Carlo “Bud Spencer” Pedersoli (nuoto), Gabriella Bascelli (canottaggio). Poi i dieci ori olimpici: Baldo Gabriotti, Arena, Ghira, Ognio, Lucarelli, Gionta, Guerrini, Pampa e anche Felipe Anderson, campione con il Brasile Under 23 ai Giochi di Rio 2016. Uno spazio, infine, anche per chi è morto inseguendo un ideale che dal 9 gennaio 1900 ha cambiato la storia dello sport romano: Vincenzo Paparelli e Gabriele Sandri.
MAGLIA E SUPERCOPPA

Tante le sorprese nella serata. La Lazio è scesa in campo che la nuova divisa celebrativa dei 120 anni. «Una maglia che ha scritto la storia e vuole continuare a farla» lo slogan che l’accompagna. La casacca è quella usata nella stagione 1998-99, quella dello scudetto “scippato” dal Milan sul filo di lana. Quella usata fino al gennaio del secondo tricolore, sostituita da quella bianca del centenario. Anche il simbolo è praticamente identico a quello utilizzato nel 2000 con la scritta 120 che s’intreccia sullo scudetto. Protagonista della serata anche la Supercoppa vinta a Riad contro la Juventus. Ennesimo capolavoro stagionale della banda Inzaghi. Il trofeo esposto nel piazzale fuori la Monte Mario con la gigantografia del tecnico biancoceleste che la indica. Assieme all’ultima Supercoppa anche gli altri 5 trofei vinti nell’era Lotito. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero