Lazio, quel Giroud a vuoto che lascia spiazzati Tare e Lotito

Giroud
Sì, un Giroud a vuoto. L’ennesimo. La solita insostenibile leggerezza del mercato di gennaio. Peccato, perché per un paio di giorni i laziali avevano sognato...

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Sì, un Giroud a vuoto. L’ennesimo. La solita insostenibile leggerezza del mercato di gennaio. Peccato, perché per un paio di giorni i laziali avevano sognato ad occhi aperti. Forse troppo. In uno slancio d’amore e buona fede stavolta ci avevamo creduto tutti. Il grande colpo. Quello che fa impazzire la folla. Quello che fa dire agli avversari: «La Lazio fa davvero sul serio per lo scudetto». E invece no. Altro Giroud, altra scusa. Stavolta la colpa non è del fax ma del Chelsea che ha detto no alla cessione. Un viaggio a vuoto quello a Londra del ds Tare che non è riuscito a convincere la dirigenza dei Blues. Applausi al presidente Lotito per averci provato. Per aver spostato più in là l’asticella del mercato. Almeno nelle intenzioni. Perché nei fatti poi quello che alla fine effettivamente resta è il solito retrogusto amaro. Ogni volta i laziali ripetono come un mantra quel «tanto a gennaio non arriva nessuno» pur non abituandosi mai all’idea. Quasi a voler controvertire l’assioma del gennaio in bianco. D’altronde il ds Tare l’aveva ripetuto più e più volte che il club biancoceleste non avrebbe operato nel mercato di riparazione. Poi però quel fuoco di un cerino che sembra il sole che non c’è. La speranza, l’innamoramento, la voglia. Quella sensazione di farfalle nello stomaco però poi alla fine somiglia più ad un pugno. Quello che lascia sgomenti è la completa mancanza di un piano B. Non è possibile pensare: «Giroud o niente». E’ fuori dalla logica. Serviva o no un rinforzo in attacco? E se è vero che finora la Lazio ha fatto benissimo in campionato è pur vero che le sue concorrenti si sono rinforzate. E tanto. Ora il peso di un obiettivo dichiarato e di una pazza idea è tutto sulle spalle di Inzaghi. 

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Il Messaggero