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Tremate, tremate, le furie di Lotito son tornate. E pensare che in mattinata Acerbi, presente insieme a lui all’Olimpico per un’iniziativa contro la violenza sulle donne, aveva ironizzato sul discorso alla squadra, che avrebbe fatto nel pomeriggio il presidente. Il solito, ma c’è poco da ridere, dopo 4 sconfitte nelle ultime 5 gare. Sono tutti in discussione e, come spesso accade, ecco lo scarica barile. C’è qualche frizione pure fra gli amici Inzaghi e Tare, scaturito ieri in un primo vis-a-vis a bordocampo durante la seduta post-Juve. Succede prima della strigliata di Lotito che, piombato a Formello alle 15, attende la fine dell’allenamento per parlare. Mancano ancora 12 giornate, più il match col Torino da sistemare, guai a gettare la rincorsa Champions alle ortiche. La classifica non è compromessa irrimediabilmente, ma ora la Lazio deve tornare a giocare e smetterla di mugugnare.
PROCESSO ALLE SCELTE
Lotito non vuole più alibi, bisogna vincere col Crotone: «Sono deluso perché avete perso lo spirito nonostante vi abbia messo nella miglior condizione possibile. Ho pagato in anticipo due mesi di stipendi e voi avete mollato. Venerdì voglio vedere un’immediata reazione». Più di mezz’ora di confronto nello spogliatoio, quasi sino alle 18, quando i giocatori escono tutti insieme. Quindi il successivo faccia a faccia di più di un’ora con Inzaghi e il suo staff tecnico, che reclama 60 mila euro per prolungare. Abbassate le pretese dell’allenatore: chissà se durante la sosta arriverà il rinnovo sino al 2024 finalmente, anche per dare un segnale su un ciclo che deve finire o continuare.
Subito dopo il ko dello Stadium, Lotito s’era già confrontato con Tare. Apparentemente fra i due nessuna discussione, ma il patron anche sul mercato ha intenzione di tirare a fine campionato le somme. Non aveva voluto metter bocca alla vigilia della Juve sulla formazione iniziale, ma era rimasto titubante. Per esempio sul mancato utilizzo di Musacchio, sul quale non pende alcun obbligo discriminante: la Lazio ha in mano l’opzione di un biennale all’ex rossonero che, se supererà le 10 presenze, avrà solo un premio a suo favore. E’ Inzaghi che, dopo averlo preferito a Todibo (suggerito da Tare) a gennaio, non lo vede più sia per l’errore col Bayern che per la sua condizione. Simone giura che la squadra quest’anno è stata costruita bene, ma poi smentisce tutto con la sua selezione conservatrice. Anche se la sconfitta di Torino ce l’hanno molti nuovi acquisti sul groppone: Reina, Hoedt e il subentrato Escalante.
VENERDI’ IL GIUDIZIO
Con tre ipotetici punti in più, avrebbe un’altra faccia la classifica biancoceleste.
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Il Messaggero