Lazio, Lotito striglia la squadra: contro il Chievo bisogna invertire la rotta

Lazio, Lotito striglia la squadra: contro il Chievo bisogna invertire la rotta
Lotito entra in tackle sulla Lazio. Furibondo per le ultime prestazioni della squadra, il patron non ce l'ha fatta e ieri è piombato a Formello. Il presidente già non aveva...

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Lotito entra in tackle sulla Lazio. Furibondo per le ultime prestazioni della squadra, il patron non ce l'ha fatta e ieri è piombato a Formello. Il presidente già non aveva gradito la sconfitta di Empoli e si era tenuto in attesa del big-match con la Juve, ma la debacle dell'Olimpico l'ha convinto ad intervenire. Il confronto con i giocatori è stato duro ed era tempo che non c'era un faccia a faccia così aspro all'interno dello spogliatoio. Il numero uno del club pretende che ci sia più impegno, determinazione e senso d'appartenenza e già con la partita di sabato sera con il Chievo vuole un immediato cambio di rotta. Non ha capito e soprattutto digerito perché la squadra ha mollato al primo gol della Juve e non ha più giocato per non parlare della presunzione messa in mostra contro l'Empoli. Il presidente poi si è intrattenuto con Pioli, facendo il punto della situazione del campionato, degli infortunati, anche in vista del mercato di gennaio.




IL RIENTRO DEL LEADER

La squadra è pronta alla riscossa e per ripartire Pioli si affida a Mauri. L'uomo della Provvidenza. Il brianzolo è tornato finalmente in campo, l'infortunio muscolare alla coscia è alle spalle e sabato contro il Chievo il tecnico gli affiderà di nuovo la Lazio. Con il trequartista biancoceleste la squadra gira in modo diverso e, almeno apparentemente, appare più sicura. Non sembra uno dal carattere d'acciaio, un trascinatore, né tanto meno il classico calciatore tutto grinta, pronto a riprendere i compagni pubblicamente, ma è solo una maschera. E l'esperienza in carcere a causa del calcioscommesse l'ha segnato e anche cambiato.



IL PERNO


Ogni anno parte dalle retrovie, quasi dimenticato, ma nonostante la sua età (l'otto gennaio compirà 35 anni), alla fine riesce sempre a conquistarsi il posto fisso. La qualità è tanta, ma pure l'esperienza che mette sempre al servizio della squadra. Ogni allenatore alla fine non riesce a farne a meno. E' successo prima con Delio Rossi, poi con Ballardini, con Reja e Petkovic e adesso anche con Pioli. Felipe Anderson e Keita ne sanno qualcosa. All'inizio di questa stagione si pensava che i due giovanotti avrebbero messo il vecchietto all'angolo una volta per tutte, invece, senza il brianzolo la Lazio sembra non riesca ad esprimersi al meglio. Rispetto ai due, Mauri è più equilibrato e nonostante la sua età, riesce a fare perfettamente sia la fase offensiva che difensiva. Sa inserirsi, sa come servire le punte e gli esterni, mettendo a proprio agio pure i centrocampisti con i suoi continui rientri e, per non farsi mancare nulla, sa anche fare gol. Se non ci fosse stata la parentesi del calcioscommesse, avrebbe avuto più fortuna e riconoscenza anche in nazionale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero