OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Non solo allenatore, psicologo e motivatore, ora anche mediatore. E’ il compito e il nuovo ruolo che spetterà a Inzaghi nei prossimi giorni per risolvere la grana Luis Alberto. Un suo fedelissimo. Colui che trasforma e rende belle le idee dell’allenatore in campo. Una stagione senza pace per il tecnico della Lazio che sin dall’avvio del campionato si è barcamenato in mezzo alle difficoltà, trovando sempre una soluzione sul terreno di gioco. Stavolta però la missione è ardua. La più difficile. Lui in mezzo, da una parte il ribelle Luis Alberto, dall’altra la società, ancora più furente e ferita che mai dalle parole dello spagnolo. Lo sfogo del giocatore, che ha fatto infuriare pure la tifoseria, non ha giustificazioni, e lo sa bene anche Simone, tanto da ribadirlo al diretto interessato sabato mattina prima dell’allenamento. E il tecnico, da un certo punto di vista, è quello che ci è rimasto più male perché totalmente spiazzato dall’uscita del suo giocatore di maggior talento.
INSOSTITUIBILE
Inzaghi sa che il Mago ha sbagliato, ne ha già parlato a lungo con il direttore sportivo Tare negli ultimi due giorni. Perfino col presidente, il più arrabbiato di tutti. Allo stesso tempo però, l’allenatore ne vorrà fare anche una questione tecnica, quello che a lui preme di più. In organico non ci sono calciatori del suo talento e della sua forza. E senza di lui, la squadra soffre, su questo ci sono pochi dubbi. Per la Lazio e per Inzaghi, lo spagnolo è insostituibile. Dal canto suo la società non vuole intromettersi nelle questioni tecniche, ma non passerà sopra a quanto è accaduto, anche perché sa che all’interno dello spogliatoio la situazione non è proprio idilliaca. A caldo la linea del club era durissima, subito fuori rosa, ma col passare delle ore, qualcosa è rientrato. Non del tutto, anche perché una strategia definitiva ancora non c’è: maxi multa, niente Crotone e Zenit. Ma non è chiaro. Di sicuro il rapporto privilegiato e particolare che Luis Alberto aveva con Tare, il primo e unico a crederci quando nessuno voleva puntarci, è praticamente svanito. Il dirigente albanese si sente tradito, ha sofferto per lo sfogo e il modo, proprio lui che l’ha difeso e spronato più di tutti quando nel 2016 voleva smettere di giocare e mettersi a fare il pittore. Oppure quando andò di corsa all’aeroporto a prenderlo perché stava tornando in Spagna.
IL PRECEDENTE
E Inzaghi che voleva appoggiarsi proprio su Tare per cominciare la sua opera di mediazione dovrà rivedere le strategie.
Il Messaggero