Lazio, panchina d'argento. Cambi all'altezza ma per la Champions serve di più

Lazio, panchina d'argento. Cambi all'altezza ma per la Champions serve di più
Non scurdammoce o passato, è l’oro del futuro. A Cagliari torna in campo, la vecchia Lazio. Domina, vince e ritrova il bel gioco. Si rivedono le trame d’un...

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Non scurdammoce o passato, è l’oro del futuro. A Cagliari torna in campo, la vecchia Lazio. Domina, vince e ritrova il bel gioco. Si rivedono le trame d’un tempo, quelle in cui davvero si poteva sognare lo scudetto. A voler trovare il difetto, manca ancora un po’ di cinismo. Le tante occasioni sciupate nel primo tempo si potevano pagare a caro prezzo, ma il bis d’Immobile (in gol per il quinto anno consecutivo all’esordio) per fortuna non lascia spazio al rimpianto. E’ un meraviglioso debutto, che sgombra le ombre del mercato estivo. Intanto è in casa il primo colpo: Marusic viene dirottato a sinistra e sforna un prestazione col botto. Fisico, devastante nel dettaglio, concreto. Doppio assist, che suggella il successo e certifica quanto il montenegrino – senza gli infortuni continui – potrebbe essere un valore aggiunto. Mica solo un’alternativa a Lazzari sull’altro esterno, subito in gol come non gli era mai successo. Le fasce biancocelesti risultano decisive al primo appuntamento, il dubbio rimane sulla tenuta delle stesse senza nessun cambio: sarà fondamentale recuperare almeno Lukaku e sopratutto riuscire a ufficializzare Fares al più presto. Kiyne e Djavan Anderson sono stati inseriti nell’elenco provvisorio, giovedì si deciderà il futuro di capitan Lulic (a sorpresa nella lista definitiva potrebbe strappare un posto) al rientro a Formello. 

VECCHI E NUOVI 
Se Inzaghi invoca ancora rinforzi da Lotito, almeno dalla vecchia guardia non si sente affatto tradito. Milinkovic è già un carrarmato, Luis Alberto il direttore di ogni spartito. Regalano magie e imprevedibilità, i due gioielli della Lazio. Immobile corre a vuoto, ingaggia un duello con Cragno, ma poi fa sempre centro: ora Signori (a quota 127 gol) è a un solo centro. Correa sembra ancora un po’ stordito dai rumors di Torino, più prezioso con le sponde il subentrante Caicedo. Leiva ritrova le geometrie e i lanci da fermo, ma deve raggiungere la migliore condizione per tornare un muro in interdizione a centrocampo. Inzaghi ha però un sostituto utile e pronto: Escalante entra e conferma con due scivolate da applausi quanto di buono fatto già vedere nelle amichevoli e in ritiro. Per Akpa Akpro vale lo stesso discorso: è indiavolato, ha muscoli, corsa e mette tutta la sua anima per la Lazio. Insomma, dal mercato ci si aspettava ben altro, ma su questi due innesti low profile il riscontro può essere assolutamente positivo. 
PORTA INVIOLATA 

Esame superato in emergenza persino dalla difesa. Nelle precedenti dodici partite post-lockdown, la Lazio aveva chiuso solo due volte (Udinese e Brescia) con la porta inviolata. A Cagliari Strakosha (incerto come al solito in qualche uscita) esulta perché i reduci Patric, Acerbi e Radu non fanno davvero passare una foglia. Sempre attenti nelle diagonali e in qualche chiusura più tosta. Ovviamente servirà ben altro avversario (subito Atalanta e Inter) per avere la controprova di una riacquisita solidità. Inzaghi aspetta pure i ritorni di Luiz Felipe, Hoedt e (se dovesse uscire Vavro) di qualche ulteriore innesto per avere una maggiore certezza. Anche perché, con una gara ogni tre giorni, saranno fondamentali le rotazioni per mantenere dietro la massima lucidità. Sì, perché buona la prima, ma una vittoria non può far primavera. Siamo appena in autunno e la stagione è molto più lunga. 
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Il Messaggero