Lazio, la notte della verità: biancocelesti in casa del Napoli

Lazio, la notte della verità: biancocelesti in casa del Napoli
Serve un occhio bionico per fissare il Napoli così in alto, quando in questa splendida stagione hai appena toccato l’unico punto più basso. E’ tutto...

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Serve un occhio bionico per fissare il Napoli così in alto, quando in questa splendida stagione hai appena toccato l’unico punto più basso. E’ tutto vero, ma è lo sguardo energico a rassicurare che col Genoa è stato solo un lunedì nero. Tira fuori le orbite, Inzaghi, spazza le ombre per guardare tutti i numeri e un altro orizzonte: «Dalla ripresa del campionato abbiamo vinto le prime due contro Chievo e Udinese, perso a Milano per un gol di mano, pareggiato in Coppa Italia meritando la vittoria, e perso con il Genoa». Quarantasei punti dopo 23 giornate rimangono il secondo miglior risultato biancoceleste nella storia, i quattordici in più del Napoli rischiano di rallentare però ulteriori sogni di gloria: «Contro la prima in classifica tutti dovranno dare il 150% e ripartire dal primo tempo della sfida d’andata all’Olimpico». Allora la banda di Simone giocò 45’ alla perfezione, solo la malasorte sconvolse il copione. Un infortunio dietro l’altro a inizio ripresa e allora Insigne e compagni trovarono la goleada. Alla vigilia della sfida di ritorno, s’inverte la sorte dell’infermeria. A meno che Sarri, come sospetta il collega biancoceleste, non stia facendo solo pretattica. Non certo sullo sfortunato Ghoulam, piuttosto su Hysaj e Mertens, pronti a giocare smaltita la febbre e il pestone. E c’è persino Abidal che in mattinata proverà a trovare in extremis la guarigione. Intanto un bel regalo per il tecnico partenopeo per festeggiare le sue 100 panchine di fronte alla torta, almeno la coperta non è più così corta. Sotto al Vesuvio, dopo sette successi di fila, stasera i napoletani s’aspettano l’ottava meraviglia. Le statistiche sono dalla loro parte (29 successi in casa e 22 pari, l’ultimo a novembre 2016 con le reti di Hamsik e Keita), ma Inzaghi confida in un’altra sua impresa. Per riuscirci dovrà svegliarsi l’attacco, il secondo di questo campionato, eppure stitico nelle ultime due giornate. Il capocannoniere Immobile e Luis Alberto dovranno ritrovare il feeling con la porta e nuove giocate. Per centrare l’undicesima vittoria della Lazio in terra campana: l’ultima, indimenticabile, a fine maggio 2015, quando gli uomini di Pioli centrarono il 4-2 strappando di fatto la qualificazione alla Champions al Napoli. Alla fine in mezzo al campo piangeva disperato Felipe, che aveva perso la palla del gol del momentaneo X d’Higuain. Incredibile come il carattere fragile di Anderson non sia cambiato: per simili motivi stasera, quasi tre anni dopo, non è stato nemmeno convocato.


AMORE

Avrebbe fatto comodo Felipe a gara in corso: «Ma non è sereno, dunque resta a Roma a riposo. E’ una scelta tecnica», spiega Inzaghi. Che ha cercato comunque ieri di sciogliere il gelo. Prove di pace a Formello col brasiliano perché è meglio per tutti che anche la sua mente torni sgombra in corpore sano: «E’ un patrimonio ella società, in due anni e mezzo l’ho sempre fatto giocare e l’ho tutelato. Non mi è piaciuto com’è entrato col Genoa. Quando avrà un altro atteggiamento, tornerà a farci vincere come un tempo». Così non riceverà più rimbrotti nemmeno dagli spalti. La Nord si è comunque dissociata dai fischi perché tutta la squadra va sostenuta. Non a caso stasera al San Paolo saranno in mille a suonare solo la carica. Sei pullman organizzati per tornare a correre tutti insieme verso il terzo posto c’a pummarola ‘ncoppa.
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Il Messaggero