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Il prato crescerà sul cemento. Gettate le basi della nuova Lazio, ma il cantiere resta aperto: «Abbiamo ampi margini – spiega Sarri - ma dobbiamo migliorare ancora un po’ in tutto. Nella ripresa di Empoli il baricentro era troppo basso, dobbiamo salire pian piano. Il nostro percorso di maturazione sarà fatto di alti e bassi, ma già contro una squadra dinamica come lo Spezia (ore 18.30, diretta Dazn, ndr) mi aspetto un ulteriore scatto. Sempre che lo permetta il campo. Ho visto la gara della Roma contro il Trabzonspor all’Olimpico e sono preoccupato. Per la capitale mi sembra un terreno indegno». Appena 17mila tagliandi staccati al botteghino, Sport e Salute, che si occupa della gestione dello stadio, risponde subito al duro attacco: «Dal vivo Sarri cambierà idea al suo esordio casalingo. Il campo è in buono stato, è stato riseminato e sta facendo il suo corso dopo l’Europeo, in cui era stato giudicato uno dei migliori l’11 luglio». Il tecnico teme qualche infortunio, ha scongiurato lo stiramento di Luiz Felipe, allenatosi con una vistosa fasciatura al polpaccio. Alla vigilia risparmiato alla squadra il ritiro a Formello: oggi giocherà Acerbi sul centro-destra, Radu al suo fianco. Ma sembra corta la coperta dietro: Sarri dribbla la domanda su un altro centrale in arrivo (Ferrari, Mustafi, ieri si è rivisto Musacchio) perché dipende dall’uscita di Vavro (reinserito nella lista per questo incontro) e da quanti soldi resteranno nel salvadanaio.
SPRINT CON ZACCAGNI
Tutto dipende dall’esterno. Il piano b Zaccagni (ottima prestazione ieri sera contro l’Inter) è già stato bloccato con 8 milioni più due di bonus. In scadenza nel 2022, l’ha offerto il presidente Setti a Lotito: «E non mi opporrò a cederlo». Con un esborso così contenuto, sarebbe più facile per la Lazio centrare un doppio colpo al gong e non rovinare i rapporti con l’agente Kezman depositando il contratto di Kamenovic per l’ultimo slot da extracomunitario: «Non lo so se Dimitrije resterà alla Lazio, dipenderà dall’evoluzione degli ultimi giorni di mercato». Già, perché Sarri insiste per avere Kostic quel che costi, ma l’Eintracht partiva da 20 milioni subito e la Lazio ne ha messi appena la metà sul piatto. Forte del fatto che Filip vuole Roma e sta forzando la mano. A Francoforte non stanno mantenendo la promessa di liberarlo, così ieri lui non si è presentato all’allenamento, escluso oggi dalla trasferta di Bielefeld col gruppo: «L’atteggiamento di Filip ci irrita molto. Ha un contratto sino al 2023 - tuona il ds Krösche - e non ci faremo fare pressione per cederlo». Eppure ieri è arrivato l’ultimatum a poco più di 10 milioni di Lotito, convinto di strapparlo.
USCITE E RILANCIO
Lavoro duro anche per Tare sulle uscite dell’ultimo minuto.
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Il Messaggero