Lazio, Keita subito motivato, è sua la scossa decisiva

Lazio, Keita subito motivato, è sua la scossa decisiva
Verona. Ha vissuto un'estate turbolenta, da separato in casa, quella separazione da lui stesso chiesta sia quest'anno che nella passata stagione. Due estati...

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Verona. Ha vissuto un'estate turbolenta, da separato in casa, quella separazione da lui stesso chiesta sia quest'anno che nella passata stagione. Due estati roventi per Keita, che avrebbe preferito lasciare la Lazio dove non verrebbe considerato a sufficienza, come ha più volte ripetuto. Qualcuno ha collegato i continui "mal di pancia"  al desiderio di avere un contratto nuovo e più consistente, altri ai capricci che spesso albergano nella sua mente, ancora da bambino. Insomma il ragazzo cresciuto a Barcellona era diventato una mina pericolosa, un personaggio scomodo e difficile da gestire. La società ha cercato di venderlo, il suo entourage ha provato ad alzare il tiro però alla fine del mercato è rimasto alla Lazio. Il presidente Lotito avrà pure pensato di metterlo fuori rosa, dopo la nota e triste vicenda legato al presunto infortunio, alla vigilia d Bergamo. Ha prevalso il buon senso reciproco e le parti si sono riavvicinate. Inzaghi ha riammesso in rosa il figliol prodigo nella speranza che Keita garantisca qualcosa di più alla manovra offensiva.


Contro il Chievo il tecnico non ha avuto il coraggio di mandarlo in campo dall'inizio, forse non sarebbe stato il miglior segnale per lo spogliatoio, preferendogli l'impalpabile Kishna. Ma nella ripresa, appena subito il gol di Gamberini, Inzaghi ha chiamato il ribelle a dimostrare il suo valore. E Keita è subito entrato nel cuore del match, partecipando all'azione del pareggio e poi creando più di una situazione interessante sul fronte destro dell'attacco. E' apparso un calciatore motivato e importante, desideroso di farsi perdonare le bizze e le polemiche alimentate a più riprese. Sicuramente ha rappresentato la nota migliore dell'opaca Lazio vista a Verona, una risorsa dalla quale l'allenatore dovrà attingere. Per adesso l'armistizio è cominciato nel modo migliore, spetta all'attaccante farla diventare duratura e proficua. Di questo Keita la squadra ha bisogno, dei suoi capricci decisamente no. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero