Voleva e doveva spaccare il mondo, s'è suicidato sulla Juve. Timoroso, impreciso, molle. Che fine ha fatto Keita? E pensare che una scivolata iniziale su Tevez sembrava il...
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CENTROCAMPO KO
Un dominio bianconero, ogni speranza biancoceleste riposta nei piedi di Candreva, fumosi quando ballano da soli. E, come ieri sera, non aiutati da un centrocampo, dove Biglia stavolta è basso e impreciso, Parolo un fantasma. Lulic (ieri ammonito e squalificato con il Chievo) si diverte a sbagliare uno stop al secondo nel primo tempo, si sveglia quando è troppo tardi: «Dobbiamo accettare questa sconfitta perché la Juve è la squadra più forte d'Italia. Ora bisogna andare avanti perché rimaniamo una buona squadra e dobbiamo ancora diventare una big. Ci vuole tempo, ma il nostro obiettivo non cambia. La nostra priorità è l'Europa e questa gara ci aiuterà a crescere. Anche a livello di testa, non è un caso che le nostre vittorie siano arrivate solo dopo esser passati in vantaggio».
JUVE PADRONA
La Juve giocherella, manco fosse in allenamento nel secondo tempo. Il “Mito” Klose esce fuori, forse per la vergogna. Viene il dubbio, neanche commenta la partita ai media tedeschi: «Messi o Ronaldo pallone d'oro? Io dico Neur». Si prende le sue responsabilità, Cana: «Siamo delusi, con i bianconeri bisogna essere perfetti, altrimenti non riesci a portare a casa punti. Abbiamo preso il primo gol sugli sviluppi di un calcio piazzato a nostro favore Abbiamo provato a reagire, ma non ci siamo riusciti». Già, la Lazio si spegne in quell'imbarazzante schema su punizione Braafheid-Biglia: da lì parte il contropiede del vantaggio della Juve. A Roma anche in dieci padrona. Mica ladrona.
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Il Messaggero