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Mistero. Un record dietro l’altro eppure manca ancora il rinnovo. Inzaghi come nessuno: centra anche l’undicesimo successo consecutivo all’Olimpico, 64 punti dopo 33 giornate per il terzo anno, eppure il matrimonio non è ancora al sicuro. Perché Simone si dice sereno, ma Lotito rimane in un assordante silenzio. In realtà, i due si sono parlati di nuovo sabato, dandosi appuntamento a fine campionato. A parole non c’è alcuna possibilità di divorzio, ma quest’attesa ormai infinita continua a far tremare un popolo. Per carità, pure il ds Tare si è esposto, considerano tutti una formalità la firma del tecnico a Formello, ma perché bisogna arrivare davvero a scadenza per prolungarlo? Va bene, vengono prima le 5 finali sino al 23 maggio, ma forse perché costituisce una discriminante il ritorno in Champions? No, sulla certezza del prolungamento, sì sotto l’aspetto economico. Inzaghi vuole restare a ogni costo, lo ha detto, ma vorrebbe un’ulteriore gratificazione in termini di stipendio per il lavoro svolto anche dal suo staff tecnico. E, per garantirglielo, Lotito ha bisogno delle stesse entrate della Uefa dello scorso anno. Insomma, soltanto con la qualificazione le casse biancocelesti potrebbero permettersi lo sforzo. Con la semplice Europa League potrebbe tornare invece l’antico discorso. Senza la sicurezza di alcun traguardo centrato, il presidente aveva infatti già proposto a febbraio al mister una bozza di contratto da 2,5 milioni a salire sino al 2024: non gli è piaciuto che Simone abbia tergiversato, ma anche quel qui pro quo sembra superato. Nell’ultimo incrocio è stato stipulato un patto Champions.
RISCHIO - Il futuro non è in bilico, va solo programmato.
MERCATO- Tre trofei in bacheca e pure il trend invertito con lo sprint in questo finale di campionato. Veramente Inzaghi sta superando ogni giorno che passa gli altri e pure se stesso. E’ esponenzialmente cresciuto e Lotito non può permettersi di perderlo. Perché i top manager come Allegri e Sarri sono irraggiungibili per la Lazio e scovare allenatori emergenti significherebbe ripartire da capo. Troppe incognite, persino sulla capacità di reggere una piazza ballerina che Inzaghi gestisce con l’abilità di chi la conosce da un ventennio. E allora per andare ancora avanti insieme bisogna centrare un altro miracolo Champions e, coi soldi racimolati, alzare l’asticella pure sul mercato. Il sogno di Simone «è quello di creare una squadra sempre più forte e di poter lottare con le big più attrezzate per lo scudetto». Insomma, il ciclo non è finito, con Inzaghi può diventare un meraviglioso ricorso storico.
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Il Messaggero