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Nelle scarpe gli entra un Sassuolo, lui tira fuori un macigno. L’urlo d’Inzaghi sembra un preannuncio di divorzio. Altrimenti non avrebbe aspettato tre giorni solo per il rinnovo, ma anche per questo roboante sfogo. Conosce bene Lotito, sa che lo ha reso furibondo. Simone è furbo e diplomatico, non aveva mai sbottonato in 16 mesi una parola fuori posto. Anzi, aveva sempre tranquillizzato tutti, giurato non ci fosse alcun problema sul suo prolungamento, pur essendo da inizio stagione in bilico. Stavolta esce allo scoperto, quasi sia certo dell’addio. Non è uno che si sbilancia senza un motivo, figuriamoci in prossimità di un incontro così delicato. Non può essere semplicemente una mossa per mettere Lotito con le spalle al muro. Simone ora vomita tutto perché ha saputo che il presidente si sta davvero guardando intorno, lasciando invece lui nel ghiaccio. Non rivede il rispetto, non gli va giù più nemmeno il gioco dell’ex amico fraterno Tare per boicottarlo. Si sente tradito, dopo aver accettato tutto e coperto ancora una volta il suo mercato. Non si reputa certo il responsabile di alcuna svalutazione né fallimento: «C’è un po’ di rammarico per non essere arrivati nei primi quattro, ma per il quinto anno di fila saremo in Europa con tanti record e il ritorno agli ottavi di Champions 20 anni dopo. Abbiamo fatto grandi cose, vinto trofei e divertito tutti, quando siamo stati al completo».
VERITA’
Già alla ripresa post-Covid dello scorso campionato e poi in estate qualcosa si era rotto. Ora forse il ciclo è davvero finito, allora è il momento di dirselo. Dopodomani è l’appuntamento, Inzaghi ormai non tiene nascosto nemmeno questo. E’ il beniamino di un popolo, vuol dimostrare a tutti che eventualmente non sarà lui a dare l’ultimo saluto, bensì la società a dargli il benservito. Eppure Tare è convinto e assicura a Lotito che Simone abbia altrove già un accordo e si sia portato avanti scrollandosi le colpe di dosso. Fiorentina e Napoli in effetti lo hanno chiamato, il Tottenham è interessato, ma lui continua giurare: «Io spero ancora di essere sulla panchina della Lazio il prossimo anno». Sembra sempre più difficile a questo punto, ma tutto è possibile alla Lazio. Persino la folle pace dopo tutto questo baccano.
CASTING
Di sicuro ora Inzaghi verrà tenuto ancora più sul ciglio.
Il Messaggero