Lazio, la vetta dei desideri. Inzaghi può contare su un gruppo solido e diversi ricambi all’altezza

Lazio, la vetta dei desideri. Inzaghi può contare su un gruppo solido e diversi ricambi all’altezza
 «Un vaso di terra cotta, costretto a viaggiar in compagnia di molti vasi di ferro». In molti ad inizio campionato avevano scomodato Alessandro Manzoni per...

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 «Un vaso di terra cotta, costretto a viaggiar in compagnia di molti vasi di ferro». In molti ad inizio campionato avevano scomodato Alessandro Manzoni per dipingere la Lazio. Troppo più forti Juventus, Napoli, Inter, Milan e Roma. Sarebbero bastati i primi incroci a sgretolare i biancocelesti. Dopo quattro giornate di campionato, però, quei molti sono stati costretti a fare marcia indietro: è la Lazio ad avere un organico di ferro. Dieci punti conquistati, appena due in meno dal trio Napoli, Juventus e Inter. Quarto posto in classifica che vale la Champions League. 

GRUPPO GRANITICO
Il segreto dei biancocelesti è lo spogliatoio: granitico. Tutti per uno e uno per tutti come il moschettiere Immobile ha gridato domenica prima dell’inizio della sfida contro il Genoa: «Ragazzi non dimentichiamoci mai lo spirito di squadra, è quello che ci ha portato fin qui». L’unione fa la forza e se poi ci si aggiunge la qualità dell’organico ecco spiegati i successi contro la Juventus in Supercoppa e il Milan in campionato. Due vittorie che hanno tolto alla Lazio l’etichetta di bella ma incompiuta. Domani altro esame importante contro il Napoli che il tecnico ha giustamente definito «uno scontro diretto». Simone ha testato il gruppo anche nelle difficoltà e ha ricevuto ottime risposte. Basti pensare alla gara contro il Vitesse, la prima in cui i biancocelesti andavano in svantaggio. Reazione da grande squadra, così come è riuscita a compattarsi, resistere e poi vincere contro il Genoa. 
SCELTE E CONFERME
Sorride Inzaghi che girandosi verso la panchina ora sa che può pescare alternative valide. In tre partite ha ruotato 18 giocatori. Tradotto le alternative ci sono e il turnover non è più una mossa della disperazione. Ad onor di cronaca va detto che in difesa la coperta è cortissima ma in rosa ci sono giocatori adattabili in quel ruolo. Leiva è un esempio, ma anche Basta può essere dirottato tra i centrali. Normale aver qualche piccola lacuna, d’altronde la Lazio non è partita con velleità di scudetto. Inzaghi e i suoi uomini ne sono coscienti ma sanno anche bene che sognare non è reato. La classifica è bellissima e autorizza voli pindarici in un cielo tutto biancoceleste. Lo dicono i numeri che incoronano Simone al pari di Maestrelli ed Eriksson. La strada è ancora lunga ma l’inizio è da grande squadra. Non è un caso che in tanti abbiano cominciato ad incensare i biancocelesti. Sono le big ad aver paura di scontrarsi con i laziali, il rischio di farsi male è concreto. 
LIBERI DI SOGNARE

Tutti dietro a Immobile. Ciro il Grande trascinatore e leader. Ha numeri pazzeschi il bomber di Torre Annunziata: 9 i gol in 6 partite. Da quando è a Roma, la media è altissima, 35 gol in 47 partite complessive con la Lazio. E nella classifica dei goleador dei massimi campionati europei, è al terzo posto insieme a Messi e Cavani. In meno di un mese distrutti tutti i tabù: Juventus, Milan e Genoa. Domani arriva un Napoli lanciatissimo verso lo scudetto. La banda di Simone è pronta ad affondare anche il galeone di Sarri, nessuna paura. L’entusiasmo è contagioso, così come la voglia di vincere che ha questo gruppo che va messo di diritto nella corsa alla Champions League. Per ora stracciate anche quelle carte che sottolineavano le differenze di organico con le altre. Nella Lazio chi entra fa benissimo. E allora tornando alla frase iniziale citando sempre il Manzoni verrebbe da dire: «Oh! signor dottore, come l’ha intesa? l’è proprio tutta al rovescio».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero