Fa il gioco delle tre carte, Inzaghi sul centrodestra ricomincia a mischiarle. Ma è possibile che non esista ancora un titolare? Che il tecnico avrebbe voluto...
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LA PORTA
A Empoli la Lazio cercherà di bissare l’ultima gara: obiettivo non subire reti per la seconda volta. Magari dovrà tornare decisivo anche Strakosha. L’albanese non chiudeva la porta inviolata dall’anno scorso a Torino (0-1). In realtà col Frosinone Thomas non è stato chiamato in causa, quindi deve ancora dimostrare a molti scettici il suo reale valore. Poco importano le parate su Insigne, Bernardeschi e Ronaldo, Strakosha è il portiere che continua a dividere l’opinione. C’è chi addirittura lo considera il migliore della serie A e chi invece non riesce a vederne più di tanto le qualità. Di sicuro non gli si può contestare la continuità: l’anno scorso l’albanese - unico della rosa sempre presente - non ha saltato una partita in campionato (38), non c’era mai riuscito nessuno (da Peruzzi a Marchetti) nell’era Lotito. Forse per questo alla fine c’è stato un calo, ma nessuno si è soffermato sui dolori alla schiena di Strakosha. Forse solo il Liverpool, che si sarebbe tirato indietro in estate proprio per questo. Una diffidenza che però non trova riscontri né nella testa d’Inzaghi (in Europa chance a Proto) né in quella del ct Panucci, soddisfatto della prima gara in Nazionale. Deve imparare ancora ad uscire meglio, indirizzare le respinte e giocare senza prendersi troppi rischi coi piedi. Tra i pali però Strakosha porta sempre punti.
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Il Messaggero