Lazio, se la ripresa è un affare di famiglia. Il 19 test con il Benevento

Lazio, se la ripresa è un affare di famiglia. Il 19 test con il Benevento
Dalla “Buca” di Piacenza all’Olimpico di Roma. Quando il calcio è un affare di famiglia. Simone e Pippo Inzaghi, fratelli contro, solo sul campo. Sabato...

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Dalla “Buca” di Piacenza all’Olimpico di Roma. Quando il calcio è un affare di famiglia. Simone e Pippo Inzaghi, fratelli contro, solo sul campo. Sabato 19 settembre l’amichevole tra Lazio e Benevento. Antipasto delle partite di campionato previste a dicembre e ad aprile. L’idea di un test nasce durante il ritiro di Auronzo di Cadore. Prende corpo al momento del sorteggio dei calendari: Lazio-Atalanta, alla prima giornata, viene rinviata. Ecco l’occasione per un derby tra parenti. I contatti tra i due sono costanti. Un legame forte, quasi simbiotico. Un amore fraterno fatto di ascolto, sostegno e condivisione. Ieri, la passione per i Plasmon e il bisogno vitale di fare gol. Oggi la ricerca della perfezione in panchina e la gestione sapiente del gruppo. Ambizione, rispetto dell’avversario e cura dei dettagli. Simone e Pippo, eccellenze del pallone italiano con percorsi virtuosi e diversi. L’uno, con diversi trofei da allenatore gia in bacheca, è pronto a confrontarsi con la Champions. L’altro, dopo varie esperienze, vuole consacrarsi in Serie A. E pensare che lo scorso marzo erano entrambi in testa ai rispettivi campionati. Uniti, anche a distanza, da quel filo invisibile che risale ai tempi dell’infanzia. 

LA BUCA

San Nicolò a Trebbia, frazione del comune di Rottofreno, poco distante dal centro di Piacenza. La prima sfida tra i fratelli Inzaghi si gioca sul campo in cemento che separa gli edifici della scuola media da quella elementare. Un’arena con tanto di spalti. La chiamano la “Buca” perché leggermente infossata rispetto al livello della strada. Suona la campanella. Si fanno le squadre: Simone, classe ’76, tre anni in meno di Pippo, è il più tecnico e il più ambito. Non c’è arbitro. Si gioca e si sogna ad occhi aperti, ma è impossibile immaginare le loro carriere e i loro incroci. Dagli 11 minuti giocati insieme in Nazionale alla lotta per lo scudetto del 2000 fino al Bologna-Lazio di due anni fa. Intrecci ed emozioni che arricchiscono due storie ancora tutte da scrivere.
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Il Messaggero