La fiducia sconfigge la paura e fa la differenza. Sempre. Lo sa bene Inzaghi, che è stato prima giocatore, e sfrutta da tecnico questa conoscenza. S’affida sempre ai...
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RILANCIO
Scacciate ogni retropensiero dalla testa, Inzaghi non voleva uscire dall’Europa. Nelle ultime annate aveva usato, bene o male, la stessa gestione ponderata. Solo dopo la qualificazione, aveva ridotto il turnover e s’era affidato ai senatori della squadra. Tra l’altro contro il Celtic non ha comunque funzionato, forse anche per colpa degli acciacchi, un parziale cambio di strategia. Ecco perché domani il mister cercherà di rimotivare tutti quei giocatori meno utilizzati della rosa. Vanno recuperati Luiz Felipe e Vavro in difesa, Parolo e Cataldi in mediana, Jony sulla fascia. Chissà se prima o poi ci sarà pure spazio per il baby Adekanye dall’inizio di una sfida. Questa potrebbe essere persino la volta buona. Anche perché, a questo punto, il destino della Lazio non dipende più solo dalla propria bravura. Eh già perché anche in caso di vittoria bisognerà sempre incrociare gli altri risultati.
GESTIONE
Partirà per la quinta volta da titolare, Caicedo, in Europa. Dopo il gol vittoria a Reggio Emilia, Felipao ieri era al settimo cielo all’Istituto Città dei Bambini di Mentana: «Ho realizzato il mio sogno di giocare in Serie A, ringrazio tutti i tifosi che mi stimolano e trasmettono forza». Domani potrebbe finalmente esserci pure l’esordio stagionale di Proto in porta al posto di Strakosha: «Ho giocato in Champions e spero che la Lazio ci torni presto. Io sono sempre pronto per giocare».
Nessuna parola fuori posto da parte delle riserve, qui sta la bravura dell’allenatore. Riuscire a coinvolgere e a farsi rispettare da ogni giocatore. Inzaghi c’è sempre riuscito nella sua gestione: ora ha pure alzato il rigore, basti ricordare il caso del leader Immobile. Così si unisce un gruppo per la causa e la fiducia si conquista goccia a goccia. Con la maglia sudata stavolta in Europa, basta pioggia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero