Chissà quanti rimorsi avrà l’attuale ds della Roma, Ramon Monchi per aver lasciato partire troppo in fretta Ciro Immobile. A Siviglia il bomber biancoceleste...
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LEADER
È il nuovo idolo da mostrare con orgoglio e fierezza. «Ciro is on fire» è il motto della curva Nord. È nato un feeling, forse inaspettato e per questo ancor più forte: «Alla Lazio ho sempre dato il massimo dall’inizio e ho sempre ricevuto tanto affetto. Mi piace definirmi una persona umile, simpatica e molto socievole. Metto sempre tutto in campo per portare la squadra al massimo risultato». È diventato un tassello importante dello spogliatoio e non a caso in estate i compagni lo hanno promosso terzo nella scala gerarchica dei capitani. Subito dietro a due come Lulic e Parolo. «Quest’anno abbiamo raggiunto una grande unione di squadra. Passiamo molto tempo insieme tra ritiri di campionato, Coppa Italia ed Europa League. Forse ora sto più con la squadra che a casa. È importante creare un bel amalgama, non sempre è semplice quando si è in uno spogliatoio», confida il bomber di Torre Annunziata.
RECORD
Scala classifiche e divora record. Ha segnato 26 reti in 27 partite, una media di un centro ogni 88 minuti. Mai nessun biancoceleste ci era riuscito. Scalzati Signori e Crespo e anche Chinaglia. E a Longh John ha rubato un altro scettro, quello di maggior numero di reti in una singola stagione. Giorgione nell’anno dello scudetto del 74 si era fermato a quota 34, Ciro con la doppietta al Benevento, la sua sesta, è arrivato a quota 36. E non vuole fermarsi perché a fine anno vuole calzare anche la Scarpa d’Oro. Per ora è al secondo posto (26) dietro a Momo Salah che guida a quota 29. Ma c’è di più perché i centri di Ciro hanno fatto tagliare alla Lazio un altro traguardo storico: 102 reti stagionali, 73 in campionato (miglior attacco del torneo).
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Il Messaggero