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Che fantastica storia è il destino: contro lo Spezia decide Acerbi all’ultimo respiro. Proprio lui, l’uomo più discusso, si getta in ginocchio sul prato, stritolatato da tutta la Lazio. E alla fine è un tripudio di baci e abbracci al difensore dentro lo spogliatoio: «Vivo una situazione complicata da un anno, ma vado avanti e do il massimo. Non permetto però a nessuno di toccare la mia persona, il mio futuro adesso è legato al prossiomo impegno e ad andare in Europa con questo gruppo di cui vado orgoglioso». Ecco il quinto posto provvisorio (aspettando la Roma) firmato da Francesco, sul gong protagonista positivo di un reparto ancora disastroso: «Con il modulo di Sarri, se sbagli le pressioni, sballa tutto. Prendiamo tante ripartenze, ma poi questa squadra non molla sino all’ultimo». Già, i biancocelesti commettono un errore dietro l’altro, ma poi volano tutti sotto il settore ospiti per i fuochi d’artificio. È festa, le mani in alto combaciano nell’ultimo sabato, divise solo dalla contestazione a Lotito. Nessun coro contro per Acerbi al fischio di Pairetto, sarebbe stato troppo.
Decimo centro e presunto fuorigioco
E pensare che tutto era iniziato proprio con i pesanti insulti dei 1200 tifosi biancocelesti all’indirizzo di Acerbi nel riscaldamento: «Te ne devi andare subito». Alla fine, dopo Immobile, Zaccagni e Milinkovic, è Acerbi a metterci lo zampino d'esterno: è il suo decimo timbro biancoceleste, fra i difensori-goleador raggiunge Marusic, Siviglia e De Vrij all’undicesimo posto. Vale almeno un’altra tregua con la Nord, ma non c'è pace lo stesso il giorno dopo. Che il difensore sia in fuorigioco è molto più di un sospetto, anche se ai tempi della tecnologia e del Var sembra davvero assurdo. Eppure l'errore sarebbe stato commesso, con i vertici arbitrali furiosi con la terna, Nasca e Pairetto.
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