Lazio, il gol torna Felipe: la carta Caicedo ha dato i suoi frutti

Lazio, il gol torna Felipe: la carta Caicedo ha dato i suoi frutti
Il poker è servito, ma in una mano di gruppo. Servono tutti, segnano tutti. La carta vincente la sfoggia però Inzaghi con un colpo ad effetto. Così è...

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Il poker è servito, ma in una mano di gruppo. Servono tutti, segnano tutti. La carta vincente la sfoggia però Inzaghi con un colpo ad effetto. Così è tornata la cooperativa del gol, in cui ognuno si lancia davanti e poi tira il carretto. In campo c’è Caicedo, il gregario ripudiato a dare l’esempio. Perché l’esempio è la grinta, il veleno, una sostanza che vale più della forma. E’ energia per far riaccendere la batteria. Perché il giocattolo si era rotto, ora è stato aggiustato in un batter d’occhio. Non può essere quindi solo un cambio di modulo a donare una super condizione, è la testa sgombra il segreto della rinascita col Genoa. Pure i colloqui individuali del mister, Peruzzi e Tare hanno funzionato: la Lazio scaccia la paura, si espone persino ai contropiedi; rischia, ma diverte e stravince come una volta. Fa girare la palla e alla fine balla. Balla su Ballardini, Inzaghi: l’allievo supera il maestro con un 3-4-1-2 che fa resuscitare tutto il centrocampo. Tre assist di tre giocatori diversi così come i tre marcatori biancocelesti. Soliti applausi per Lulic: prima dà sostanza, poi sforna il cross perfetto sulla testa di Milinkovic. Dalla seconda giornata non perde un colpo, ma torna top pure Parolo: dopo il gol a Empoli, per poco nella ripresa col Genoa non raddoppia, macina quasi 11 chilometri e azzecca il filtrante decisivo per il 2-0 di Ciro. Leiva è un gigante nei numeri della manovra (4 occasioni da gol create), Milinkovic ritrova magie e sopratutto la porta: osa in cielo e in terra, zappa e pennella. E’ divo e beniamino del pianerottolo accanto, finalmente i compagni capiscono ogni suo tocco (17) fatato. Milinkovic premia il coraggio d’Inzaghi di lasciare in panca uno come Luis Alberto. Anche se a Udine sarà il serbo a riposare per far spazio allo spagnolo. Che però sarà arretrato come mezz’ala, un modo per schierare sulla trequarti e non deprimere Correa. Il tecnico lo ha però dimostrato, nessuno nella Lazio ha il posto assicurato: l’anno scorso l’aveva perso Felipe per l’esplosione di Luis Alberto, col Genoa si era meritato di giocare Caicedo. Jolly scoperto ancora una volta al posto giusto nel momento giusto per volare, ma adesso chi sarà il prescelto nel turno infrasettimanale? Felipao a sorpresa è in ballottaggio con Immobile davanti, ma Ciro difficilmente accetterà di rifiatare e non scendere nell’undici titolare. Sicura la staffetta. 


MENTALITÀ 

L’impressione è che, come in Coppa, Inzaghi potrebbe ricorrere al turnover a Udine in vista del derby (Milinkovic a riposo, idea Correa dal primo minuto ma il dubbio è chi gioca al posto di Sergej? Luis Alberto o uno tra Murgia e Cataldi?). Oggi a Formello sarà già la vigilia. A centrocampo potrebbe essere inserito Badelj, sulle fasce potrebbe rifiatare Marusic, già insidiato col Genoa da Patric. Poco importa chi giocherà, Inzaghi nell’ultima sfida conta di aver ritrovato l’unità e la mentalità. Le prime due sconfitte contro Napoli e Juve, dopo l’addio alla Champions con l’Inter, avevano minato la tranquillità; gli scialbi successi contro Frosinone ed Empoli rialzato comunque la Lazio in classifica. Ora riecco il gioco insieme al quinto posto: si cresce nella sofferenza, mai Inzaghi si era ritrovato così in alto dopo 5 giornate da quando siede in panchina.
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Il Messaggero