Fischietto in mano, si parte finalmente. Inzaghi riprende a fare quello che più gli piace: lavorare sul campo e guidare i suoi ragazzi. Tutti insieme, mai più a...
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«L’importante è tornare a giocare in sicurezza – spiega Inzaghi -. Se ci sarà un positivo? Per fortuna non è ancora successo, stiamo aspettando il protocollo, ma se ci dovesse essere, si isolerà, con la squadra che continua a lavorare sul campo, sapendo che si tornerà a lavorare una settimana più tardi». Per lui e per il suo staff, inoltre, sarà una sfida doppia, anche perché riprendere il filo, rimettere le cose a posto e tentare di far rivedere la Lazio brillante di febbraio è un’impresa non facile. I fattori contrari non mancano, soprattutto ripartire da zero con la preparazione e decidere che tipo di strategia adottare sul ricondizionamento atletico della squadra, considerato che il caldo di giugno e luglio inciderà parecchio. Da aggiungere a questo, anche l’età media della squadra, 27,9, una delle più alte del campionato. Un aspetto da non sottovalutare. Sognare di competere per lo scudetto è l’ambizione principale che insegue Inzaghi, ma davanti c’è anche un primato che gli fa gola. Diventare l’allenatore con il maggior numero di presenze nella Lazio. Se si ripartirà e si concluderanno tutte e dodici le partite, Simone raggiungerà le 203 panchine alla guida dei biancocelesti. Una in più di Dino Zoff, attualmente al comando con 202. Per l’attuale tecnico, titolo a parte, uno stimolo in più per tornare a guidare la sua Lazio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero