Adunata a Formello, ma con chi? Una lontananza dannosa e ancor più pericolosa. Guardarsi in faccia, sfogarsi, dirsene di tutti i colori, semmai ce ne fosse bisogno, ricompattarsi...
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Tutto giusto. Parole sacrosante, non c'è che dire, ma è altrettanto vero che queste parole rischiano di cadere nel vuoto.
TUTTI IN NAZIONALE
Almeno in questi primi giorni del post-Chievo, perché mezza squadra non ci sarà per non parlare degli infortunati, i big quelli da cui dovrebbe partire l'incoraggiamento. Sono ben dodici i calciatori che da ieri mattina sono partiti per aggregarsi alle nazionali e molti di loro torneranno abili e arruolati tra il 9 e il 10 settembre, a tre giorni dal ritorno in campo per la sfida con l'Udinese. Una beffa vera e propria. Questo non significa che non verrà fatto nulla, anche perché le intenzioni dell'allenatore, al momento unico e forse solo punto di riferimento, sono buone e ragionevoli, ma il periodo è delicato e probabilmente c'era il bisogno di lasciare la città, il centro sportivo, isolarsi e ritrovarsi nel vero senso della parola. Per quanto è accaduto al Bentegodi, infatti, la sosta non poteva arrivare in una circostanza peggiore.
LA RASSEGNAZIONE
Era e doveva essere il periodo per ambientare soprattutto gli ultimi arrivati, i più giovani, vedi Milinkovic-Savic, Hoedt e Kishna, i tre fiori all'occhiello del mercato laziale. Queste giovani promesse sono state catapultate in una realtà completamente diversa rispetto all'anno scorso. C'è la tremenda e forte sensazione che tuttora all'interno dello spogliatoio ci sia un silenzio assordante. Un po' quello che è successo a Pioli domenica sera subito dopo il due a zero di Paloschi. Il tecnico da quel momento ha smesso di parlare e per un po' si è rimesso seduto in panchina, quasi fosse ormai rassegnato. Lui, non lo dice apertamente, ma è molto preoccupato per la situazione. O si riparte tutti uniti o si naufraga tutti insieme. Definiti anticipi e posticipi fino al 17° turno. Lazio alle 18 contro Udinese e Frosinone, a Napoli si giocherà alle 20,45. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero