ROMA Ritrovare il sorriso, questo l'obiettivo numero uno di una Lazio affranta. Il ritiro di Formello non come punizione ma come rimedio ai mali che da tempo hanno reso i...
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Chiaro che la bocca dica cose che la testa pensa solo a metà. Ha rabbia dentro il tecnico laziale che si è sentito tradito da una grossa fetta di senatori. L'ammutinamento non gli è andato giù e lo ha fatto notare senza mezzi termini. Alcune dichiarazioni dopo la sfida con il Palermo sono state come pugnalate, lui ha incassato il colpo e ha risuonato quel vecchio ritornello che nessuno canta più: «Siamo uniti. Sto vedendo un gruppo e una squadra che vuole venirne fuori, che vuole lottare e soffrire insieme». Ricorda un mantra ripetuto all'infinito anche da alcuni suoi predecessori: «Noi siamo la squadra che ha corso di più domenica in tutto il campionato. Questo dipende dalla condizione, ma anche dalla voglia». Peccato che i risultati alla fine non diano mai ragione all'allenatore. L'Europa League per ritrovare il sorriso e far tornare le motivazioni ad alcuni giocatori che sembrano non averle più. Pioli fa quadrato e convoca tutta la squadra, anche se poi in campo ci sarà una rivoluzione. Torna Candreva unico a pagare domenica scorsa colpe non solo sue. Di fronte ci saranno gli ucraini del Dnipro. Quella contro i biancocelesti in crisi e una occasione ghiotta. Vincere per sperare ancora, per rimanere attaccati con le unghie e con i denti a quella coppa sfuggita per un soffio la passata stagione in finale contro il Siviglia. C' è un precedete però che scoraggia tutti: il Dnipro in Italia non ha mai vinto. Pioli lo sa e nonostante non sia certo uno scaramantico, lui incrocia lo stesso le dita. Perché in questo momento ogni appiglio è fondamentale. La Lazio vuole ripartire senza paura, a testa alta contro i vice campioni in carica.
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Il Messaggero