Lazio senza anima e debole di cuore: sempre sconfitta quando passa in svantaggio

Lazio senza anima e debole di cuore: sempre sconfitta quando passa in svantaggio
Cercasi personalità disperatamente. La pesante debacle di sabato contro la Juventus ha messo in evidenza tutti i limiti di questa squadra. Un enorme passo indietro soprattutto...

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Cercasi personalità disperatamente. La pesante debacle di sabato contro la Juventus ha messo in evidenza tutti i limiti di questa squadra. Un enorme passo indietro soprattutto alla luce del ko subito ad Empoli. Due sconfitte che hanno fatto scivolare i biancocelesti fuori dalla zona europea e pensare che appena poche domeniche fa si parlava addirittura di Champions League. Giuste le ambizioni ma bisogna guardare in faccia la realtà. Per il momento questa squadra ha dimostrato gli stessi limiti dello scorso anno: quando è chiamata a fare un saltino verso l'alto finisce per cadere inesorabilmente verso il basso. Alla Lazio manca una sua identità e soprattutto il carattere. Contro i bianconeri la formazione mandata in campo da Pioli è sembrata sbiadita. Eppure, alla vigilia il tecnico laziale aveva puntato tutto sul coraggio dei suoi, sul solito adagio che recita: «Dobbiamo dominare e imporre il nostro gioco contro chiunque». Tutto crollato nel giro di 20 minuti.




PRESUNZIONE

Perdere contro la Juventus ci può stare, ma non così. E' mancato il carattere e stavolta c'è stata anche una buona dose di presunzione da parte del tecnico. Il 4-3-3 è un modulo di gioco che tanto piace a Pioli, ma farlo diventare un dogma è una sciocchezza. Già alla prima giornata, contro il Milan, era apparso evidente che non c'è equilibrio quando in avanti hai Keita-Klose e Candreva. Un tridente che non concede copertura e soprattutto penalizza il ruolo della punta centrale. Non a caso, la Lazio ha inanellato 6 risultati utili consecutivi quando al posto di Keita ha giocato Mauri. Il capitano garantisce fantasia e, soprattutto, copertura. Contro le grandi bisogna usare più accortezza e questo non vuol dire fare catenaccio. Parolo corre da troppo tempo e avrebbe bisogno di una pausa. Onazi e Gonzalez sono delle utili alternative e andrebbero sfruttate. Biglia è il regista ideale per Pioli, ma relegare Ledesma tra i dimenticati appare eccessivo. L'argentino, proprio perché più difensivo rispetto al suo connazionale, risulterebbe molto più utile quando ci si trova a dover fronteggiare avversari del calibro di Pogba, Marchisio o Pirlo.



ZERO RIMONTE


C'è un dato che va studiato e analizzato. E cioè, che quando va in svantaggio la Lazio non riesce mai a ribaltare il risultato. Il primo gol di Pogba ha palesato terribilmente questo limite. Non è la prima volta che accade in questa stagione. Era successo alla prima giornata con il Milan e poi ancora con Genoa, Udinese ed Empoli. Cinque sconfitte in cui la Lazio, subìto il gol, è stata incapace di reagire. Inoltre è la seconda volta che non riesce ad evitare il ko in casa quando non segna nei primi 45 minuti. Era già successo con l'Udinese. Senza dimenticare che una certa fragilità si era vista anche nei successi contro Sassuolo, Cagliari e Torino. Troppi cali di tensione ed errori difensivi. La Lazio è ora chiamata a fare l'ennesimo bagno d'umiltà e rialzare subito la testa. Ieri a Formello c'è stata una riunione tra i senatori della squadra: Klose, Candreva, Lulic, Radu e Mauri. Le prossime tre gare offrono opportunità di riscatto: in arrivo ci sono le trasferte con Chievo e Parma e la gara in casa con l'Atalanta: poi, però, un finale da brividi, che vede in successione Inter, Sampdoria, derby e Napoli. Qui la Lazio potrà capire cosa vuole fare da grande per non replicare il campionato anonimo dello scorso anno.

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Il Messaggero