Un controsorpasso c'è stato. Mica giallorosso, bianconero. Alla voce gol, ora la Juve è di nuovo sopra: 59 a 58. Così col Chievo riparte anche la sfida sotto porta,...
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LA BESTIA NERA
Stavolta però c'è pure il centravanti amuleto. Sei volte ha visto il Chievo, Klose, sei volte lo ha fulminato col suo sguardo gelido. Con Miro la Lazio non ha mai perso con la squadra di Campedelli: 4 successi e 2 pareggi. Non solo, il panzer l'ha punita con 3 gol (0,5 a gara), è una bestia nera. Forse, persino di rabbia. Perché, proprio all'andata col Chievo, Klose giocò appena 7 minuti. Tanto da sfogarsi e minacciare l'addio in patria. Sembra un secolo fa, invece è passato un girone e oggi sono Klose di un altro mondo. Miro è resuscitato, moltiplica assist (4) e gol: 5 solo fra marzo e aprile, con l'Empoli ha riacciuffato la doppia cifra (10). Altri 6 centri e avrà battuto la sua migliore annata biancoceleste (15 reti nel 2012-13), altri 12 e la Lazio sarà il club dove avrà segnato di più (52 per ora, 63 nel Werder Brema). Domani il tedesco dovrà però abbattere un muro: il Chievo, in trasferta, ha la terza miglior difesa (16 reti subite) della Serie A.
LE INSIDIE
Non lasciatevi ingannare dalle apparenze della classifica, domani sarà tosta, eccome. Addirittura, solo la Lazio (24) e la Juve (23) hanno raccolto più punti del Chievo (18) lontano da casa nelle ultime 10 giornate. Pioli, ieri a pranzo col suo staff e il diesse Tare, studiava ogni mossa per non lasciarsi imbrigliare dal catenaccio di Maran. I biancocelesti hanno sempre avuto problemi con le squadre chiuse, paradossalmente è l'aspetto che più deve preoccupare, persino più dell'assenza di de Vrij in difesa: il quartetto Basta, Mauricio, Radu e Lulic dovrà d'altronde vedersela col peggior attacco (23 gol totali) del campionato. Ledesma, con Onazi in mediana, dovrà scrollarsi di dosso 3 ko nelle uniche 5 gare giocate. Prima di Biglia, la Lazio non era seconda da gennaio 2013. Quando un gol di Paloschi (del Chievo) interruppe una striscia di 16 turni positivi. Allora Cristian c'era, oggi è ancora una bandiera. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero