​Lazio, chef Caceres tra asado e garra: «Gruppo unito. Ronaldo? Noi abbiamo Milinkovic»

Lazio, chef Caceres tra asado e garra: «Gruppo unito. Ronaldo? Noi abbiamo Milinkovic»
Ieri sera in cucina, oggi in difesa. Martin Caceres ha vestito i panni dello chef. Nel ritiro di Marienfeld l’uruguaiano insieme agli altri sudamericani (Luis Felipe, Leiva,...

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Ieri sera in cucina, oggi in difesa. Martin Caceres ha vestito i panni dello chef. Nel ritiro di Marienfeld l’uruguaiano insieme agli altri sudamericani (Luis Felipe, Leiva, Correa e Wallace) ha cucinato per tutti. Cena di squadra: asado, o meglio barbecue, nell’hotel che ospita la Lazio nel ritiro di Marienfeld. «E’ la prima volta che vengo qui in Germania, mentre altri ci sono già stati una o due volte - rivela il difensore a Lazio Style Channel -. Quando sono arrivato lo scorso gennaio ho trovato un gruppo già formato, e ora anche i nuovi si stanno integrando. Siamo un bel gruppo».


CR7 E SERGEJ
Reduce dalle fatiche del Mondiale di Russia, il 31enne non vede l’ora di iniziare la stagione: «Dopo 20 giorni di vacanza ho ritrovato i compagni con la stessa voglia e la stessa testa». La prima sfida stagionale sarà con il Napoli, la seconda con la Juventus. Due match impegnativo in cui bisognerà «dare il massimo». L’arrivo di Ronaldo «alza il livello del campionato», ma non spaventa “El Pelado”: «Lui è un mostro, ma anche noi abbiamo giocatori forti. Sergej mi ha sorpreso tanto a livello personale. Immobile e Luis Alberto li conosco da anni. Speriamo di fare il massimo».

DIFESA E LUIS
L’obiettivo è prendere meno gol rispetto alla passata stagione. «Ho la fortuna di giocare in una posizione in cui ho giocato alla Juve tanti anni - ammette Caceres -. Faccio del mio meglio». Il ruolo non conta: «Io do una mano al mister e sto a sua disposizione. Sono un jolly in difesa». Su Luis Alberto, infine, suo compagno di stanza insieme a Correa, rivela: «Avevo 22 anni quando stavo al Siviglia e l'ho conosciuto.  Con lui, al di là degli allenamenti, ho un’amicizia anche fuori dal campo. Poi ora è arrivato “El Tucu” (Correa, ndc) gli facciamo bere anche il mate (ride, ndc)». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero