Contratto e fascia. Nessun timore, Candreva è pronto ad indossare i panni da leader e a caricarsi di fatto e ufficialmente la Lazio sulle spalle. Il conto alla rovescia scattato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL BALLETTO DELLA FASCIA
Per vedere un giocatore romano indossare la fascia di capitano della Lazio con una certa continuità bisogna andare indietro fino a Sandro Nesta. Dopo di lui c’è stato il vuoto e di recente ce ne sono stati solo due, Liverani e Di Canio. Entrambi però sono durati poco perché, una volta terminato il contratto, non hanno rinnovato e hanno lasciato la capitale. In questi ultimi anni, dopo l’addio di Rocchi, i gradi li hanno avuti Ledesma e Mauri. Sinceramente, però, non si è mai capito chi venisse prima e chi dopo. Una balletto che sa un po’ di tristezza, anche perché la netta sensazione è che all’interno dello spogliatoio su questa vicenda ci sia una “leggera” disputa che contrappone due gruppi ben distinti. Le stagioni passano un po’ per tutti, i due leader Mauri e Ledesma non sono più titolari e c’è bisogno di una scelta radicale e, magari, di un naturale passaggio di consegne. A San Siro il capitano è stato Radu, ma il rumeno, apprezzabile per tenacia e attaccamento, in mezzo al campo spesso si lascia andare a un comportamento non proprio esemplare. Ed è proprio per questo che i tifosi spingerebbero per un calciatore come Antonio. A Milano, ad esempio, è stato uno dei pochi, se non l’unico ad andare a rimbrottare Poli e Abate che avevano preso di mira Keita.
ADEGUAMENTO DA TOP-PLAYER
La fascia di capitano chiama il rinnovo e viceversa. All’inizio di agosto, prima della partenza per il ritiro in Germania, e su iniziativa personale di Lotito, era stato a Candreva, l’adeguamento di contratto, portandolo dagli attuali 1,2 milioni a stagione a circa due annuali più i premi fino al 2019. Una chiamata che l’esterno della nazionale aspetta ancora e con una certa ansia. Una promessa che, probabilmente, il presidente manterrà alla fine di questa settimana, quando l’azzurro rientrerà a Formello, o al massimo all’inizio di quella successiva. La svolta è vicina. La Lazio sta per scegliere e consacrare il suo nuovo leader. Di nome e di fatto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero