Lazio, Candreva rimane in bilico Cataldi: «Imparo da chi è più grande»

Lazio, Candreva rimane in bilico Cataldi: «Imparo da chi è più grande»
Ancora ombre sul futuro di Candreva. L'agente Pastorello non scaccia le nuvole, sino all'ultimo giorno di mercato il...

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Ancora ombre sul futuro di Candreva.


L'agente Pastorello non scaccia le nuvole, sino all'ultimo giorno di mercato il destino d'Antonio rimane in bilico: «Fino al primo settembre 2014, ogni situazione resta aperta e tutto può succedere», annuncia lapidario a Cittaceleste. L'esterno azzurro, sorridente e scherzoso in questi giorni in Germania, aspetta ancora una chiamata dalla società per un adeguamento del contratto a oltre 2 milioni. Lotito potrebbe fissare l'appuntamento subito dopo il ritiro, entro Ferragosto, ma ciò non escluderebbe comunque sorprese last minute. Candreva è infatti pronto a firmare, ma solo per cautelarsi nel caso in cui dovesse rimanere a Formello.



CATALDI VENTENNE



Ci resterà senz'altro Cataldi. Oggi ha compiuto 20 anni e vuole regalarsi l'esordio contro il Milan in Seria A: «Sono ancora giovane (ride, ndr). Speriamo di trascorrere un anno alla grande. Durante gli allenamenti cerco di rubare con gli occhi da chi è più grande per migliorare e fare bene. Ho un bel rapporto con tutti dentro lo spogliatoio e provo a essere amichevole con i miei compagni per inserirmi al meglio nel gruppo». Danilo col vizio del gol. Dalla sua mattonella, era un cecchino con la Primavera: «Speriamo di farne qualcuno in più quest'anno, sarebbe importante per me e per la squadra». A Crotone è cresciuto tanto: «Giocavo mezzala nel 4-3-3, poi a volte ho fatto uno dei due mediani con Crisetig nel 4-2-3-1. Abbiamo sempre avuto un gioco fluido, che puntava sulla velocità che mi permetteva di rendere al meglio». Fisico esile, piede esplosivo. Non c'è nessun trucco, giura a Lazio Style: «No, nessuna scarpa di ferro (ride, ndr). C'è gente che tira molto più forte di me. Anzi non becco quasi mai la porta, la trovo solo ogni tanto». L'umiltà è intatta. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero