Lazio, nuovo modulo ed exploit delle riserve

Akpa Akpro bacia la testa di Reina
Altro che un po’ di Pepe, Reina infiamma le folle a suon di parate. In due apparizioni conquista tutto il popolo biancoceleste, che ora ne invoca la titolarità a gran...

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Altro che un po’ di Pepe, Reina infiamma le folle a suon di parate. In due apparizioni conquista tutto il popolo biancoceleste, che ora ne invoca la titolarità a gran voce. Strakosha non sta bene, l’ex Napoli mostra tutto il suo repertorio contro Bologna e sopratutto Bruges. Mercoledì sera prima è decisivo in uscita sul diagonale di Dennis con un tocco fortuito sotto le gambe. Poi vola all’angolino sulla capocciata di Rits, manco fosse Spiderman. A 38 anni lui ha però tutt’altro che le ragnatele. Nonostante nelle ultime stagioni sia riuscito poco a dimostrare il suo valore, Reina in porta è ancora padrone. Al di là delle parate, è fenomenale coi pugni e nelle uscite, dà maggiore sicurezza coi piedi quando c’è – come vuole Inzaghi – da impostare da dietro come estremo difensore. Averlo preso come secondo quest’estate è stata un’intuizione geniale, forse la miglior operazione (tra l’altro a costo zero) del diesse Tare. Enorme a Bruges, migliore in campo di una Lazio eroica sino allo scadere. Gli si perdona subito pure il rigore. Si riscatta e salva i compagni, sopratutto nella ripresa, in più di un’occasione. Questo significa fare la differenza coi guantoni, questo significa avere un vice dopo anni (vedi Vargic e Proto) veramente affidabile. 


MODULO A QUATTRO

Strakosha non abbia fretta di guarire. Reina è già pronto a murare le prossime sfide: «Ora ci aspettano due gare fondamentali contro Torino e Zenit, dobbiamo prepararci al meglio per provare sempre a vincere». Già leader e uomo spogliatoio, calato nella realtà biancoceleste. E’ come se la conoscesse da sempre. Basta sentirlo parlare del modulo corrente: «In Belgio c’era bisogno di adattarsi e di mettere in campo capacità camaleontiche per far fronte alle nostre difficoltà, ma ad organico completo credo che torneremo a giocare con il 3-5-2». E’ curioso però come Inzaghi abbia deciso di rispolverare pure la difesa a quattro finalmente. Più precisamente un 4-4-2, che in Champions ha ridato campo e ampiezza ai biancocelesti in un frangente difficile. E’ una svolta, magari a partita in corso, che il mister deve prendere anche per il futuro in considerazione. Simone non lo utilizzava davvero da tempo immemore, può ricredersi forse. Perché è vero che il mercato degli ultimi anni è stato fatto (vedi gli esterni, non proprio terzini) con una precisa idea di base, ma nell’emergenza si riscopre che nulla è impossibile. Inzaghi ha snaturato i ruoli (Parolo ovunque, Akpa in regia) di qualche giocatore con risposte stoiche. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero