Lazio, c'è la Spal e cresce la voglia di Champions

Lazio, c'è la Spal e cresce la voglia di Champions
Yes, we can. Lo urla persino irrigidito adesso, Inzaghi. Non perché abbia ritrovato d’improvviso la fiducia, ma perché non vuole che la sua Lazio venga...

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Yes, we can. Lo urla persino irrigidito adesso, Inzaghi. Non perché abbia ritrovato d’improvviso la fiducia, ma perché non vuole che la sua Lazio venga risucchiata dalla critica: «Dobbiamo ritrovare tutti l’equilibrio, in questa piazza c’è sempre qualcosa che destabilizza. Il primo anno io non era adatto, poi c’era la sindrome della seconda stagione. Ora manca la convinzione. Io e i miei ragazzi ci crediamo, eccome, nella Champions. Siamo quarti in classifica e secondi in Europa League in un girone difficilissimo. Vogliamo confermarci e per ora lo stiamo facendo». Il problema è che manca ancora il gioco e, dopo 10 giornate, una benedetta vittoria in uno scontro diretto. Dopo Napoli, Juve e Roma, anche l’Inter ha travolto la Lazio e Inzaghi è stato il primo a finire sotto processo. Perché con le big non riesce a fare il salto, continua a parlare di episodi penalizzanti e alla fine, sottolineando sempre il divario sul mercato con le concorrenti, finisce pure per dare ai suoi giocatori delle attenuanti. Stavolta svia il discorso, rimane fermo invece contro chi gli chiede di dare una scossa, magari rinnovandosi e cambiando modulo: «Il Marsiglia era forte, con la difesa a tre abbiamo vinto ed eravamo tutti fenomeni. Poi con l’Inter abbiamo perso e sono arrivate le critiche. Semplicemente non abbiamo avuto la stessa voglia e intensità del Velodrome e ci servirà da lezione». Intanto oggi sul centro-destra il tecnico propone il solito cambio nella formazione: Wallace al posto di Luiz Felipe, con Acerbi e Radu, davanti a Strakosha. 


FORMAZIONE 
Mettiamoci l’Inter alle Spal è il concetto, ma guai a sottovalutare il prossimo avversario. A maggior ragione dopo i 12 punti dispersi in alto, diventa fondamentale continuare a bere il vino buono per la Champions nelle botti “piccole”. 

Sinora Inzaghi (con 18 punti in sei partite) non è secondo neanche ad Allegri (con 22 punti ma in otto confronti) contro le squadre dal settimo posto in giù: «E’ vero, ma l’anno scorso con la Spal abbiamo fatto 0-0 in casa e abbiamo visto come ha vinto da poco all’Olimpico sulla Roma con merito». Per questo, infortunati (Leiva e Badelj) a parte, il tecnico non considera molto il turnover: Immobile e Lulic avrebbero per esempio bisogno di riposare, invece rimangono nell’undici titolare. Il primo davanti con Correa, il secondo sulla fascia sinistra con Marusic a destra. Confermato in regia Cataldi con Parolo e Milinkovic ai suoi fianchi. L’ex Primavera cercherà con un invito a pranzo di riprendersi i tifosi: attesi in circa 30mila oggi all’Olimpico. La società ha spronato la gente con promozioni in tutti i settori. Modalità d’uso nei tagliandi per gli spettatori: tutto lo stadio deve cantare “Yes, we can” nei cori.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero