Lazio, la rincorsa al sogno (e al record) ricomincia da Brescia

Felipe Caicedo e Simone Inzaghi
Reali dubbi o solo pretattica? Simone Inzaghi mischia le carte alla vigilia della sfida contro il Brescia. La Lazio è l’osservata speciale del campionato. Otto...

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Reali dubbi o solo pretattica? Simone Inzaghi mischia le carte alla vigilia della sfida contro il Brescia. La Lazio è l’osservata speciale del campionato. Otto vittorie di fila, una supercoppa alzata sotto il cielo di Riad contro la Juventus, il terzo posto in classifica e la pazza idea di inserirsi per la lotta scudetto l’hanno trasformata nella reginetta di stagione. I biancocelesti hanno gli occhi puntati addosso, ecco perché il tecnico prova a nascondersi un po’. Cataldi in mediana e Correa in avanti oppure l’argentino alla Luis Alberto con Danilo in panchina per via di quel problemino al polpaccio? Il dubbio lo lascerà aperto fino alla rifinitura di questa mattina anche se nella sua testa la decisione l’ha già presa. Cataldi ha avuto un affaticamento al gemello destro e nei giorni scorsi ha saltato un paio di allenamenti «Sta abbastanza bene ma devo capire se prendermi questo rischio. Il ruolo di Luis Alberto possono farlo Parolo, Berisha, Jony, all’occorrenza Correa». Nelle parole del tecnico c’è la risposta al quesito che da ieri tiene banco tra i laziali. Nelle prove tattiche l’argentino ha agito da mezzala con indicazioni specifiche di andare a prendere Tonali in fase di copertura rompendo così sul nascere le azioni della squadra di Corini.


ALZARE LA MIRA
«Voglio consapevolezza dei nostri mezzi ma al tempo stesso vorrei umiltà» rimarca Inzaghi che sa bene quanto sia delicata la sfida di oggi al Rigamonti contro un Brescia alla disperata ricerca di punti salvezza. Una vittoria, considerati gli altri incroci, darebbe ulteriore slancio alla Lazio consentendogli di eguagliare anche il record di 9 vittorie di fila di Eriksson della stagione 1998-99. Il tecnico biancoceleste dal giorno della ripresa sta lavorando molto sull’aspetto mentale. «Avevamo bisogno tutti di staccare la spina, giocatori e staff. Dopo il primo giorno, emozionante per l’abbraccio dei tifosi, abbiamo fatto cinque sedute nel migliore dei modi» ha confessato Simone che teme molto la sfida di oggi all’ora di pranzo. La ripresa dalla sosta natalizia negli ultimi 10 anni ha regalato diverse gioie: 6 vittorie, 2 pareggi e due sconfitte. L’ultima lo scorso anno contro il Napoli. La Lazio però ha una consapevolezza diversa dei propri mezzi e lo ha dimostrato negli ultimi 3 mesi dell’anno. Nuove prospettive che impongono di dover alzare la mira. La Champions resta l’obiettivo principale ma è normale che la parola scudetto abbia iniziato ad avere un suono molto meno stridente. La strada è ancora lunga ma la maturità raggiunta dalla squadra di Inzaghi ha stravolto pronostici e classifiche di inizio anno. Sei i punti di distacco dal due di vertice Inter e Juve considerando anche che i biancocelesti devono recuperare la gara con il Verona.

VERSO IL NAPOLI

«E’ cresciuta la nostra autostima» rimarca Inzaghi che per il 2020 chiede «di vivere altre serate come quella di Riad». Il cammino è ancora lungo e pieno di ostacoli: «L’obiettivo è ragionare partita per partita, voglio lo spirito di sacrificio visto negli ultimi due mesi. Ho visto un gran cammino e striscia di risultati, ma stanno correndo anche tutte le altre». Sarà fondamentale la testa. Occhio anche ai diffidati in vista della super sfida di Napoli: Acerbi, Lulic e Parolo. I biancocelesti avranno una grande spinta dei tifosi che invaderanno il Rigamenti. L’ultima volta risale al 2011: vinse la Lazio con gol di Gonzalez e Kozak. Occhio a Balotelli, ha incontrato i biancocelesti 4 volte in campionato: non ha mai perso, una vittoria e 3 pari. Ha segnato un solo gol in Europa League contro il Nizza nel ko per 3-0 dell’ottobre 2017. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero