Lazio, beffa Nazionale: Acerbi escluso

Acerbi
 Meno male che a farlo rifiatare ci pensa Mancini. Meglio prenderla con questa filosofia la strana esclusione dai convocati azzurri di Acerbi. Aveva appena riconquistato la...

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 Meno male che a farlo rifiatare ci pensa Mancini. Meglio prenderla con questa filosofia la strana esclusione dai convocati azzurri di Acerbi. Aveva appena riconquistato la Nazionale, gliela strappa Rugani, uno che alla Juve la vede col binocolo (appena 3 comparse) la maglia da titolare. Invece alla Lazio Acerbi non esce più, non rifiata neanche in Coppa e al centro è la solita certezza. Svetta ovunque, è impossibile sorprenderlo. A meno che non sia un compagno a metterlo fuori tempo: nello specifico col Marsiglia, Parolo regala una palla a Sanson, che poi scarica in area per Thauvin ed è gol. Ovviamente Acerbi non può fare nulla, è inerme, ma non si lascia abbattere. Anzi, si supera in ogni anticipo di testa, senza paura di stirarsi da ultimo uomo nemmeno in scivolata. Alla fine ne accumula due di tackle, ma sopratutto 81 tocchi di palla, l’80% di accuratezza in impostazione con 8 lanci lunghi, 5 palle intercettate e addirittura il 100% di duelli vinti. Direte: con le unghie e con i denti? Macché, è pure elegante e intelligente, Acerbi. Zero falli giovedì sera, domenica con la Spal aveva accumulato la prima sanzione (giallo) in questa sua nuova fase della carriera. Davvero impressionanti questi numeri, come se Francesco fosse fresco e sceso sul prato per la prima volta l’altro ieri. Mai in affanno, sempre concentrato sino alla fine, come se non stesse ancora una volta al centro da 1350 minuti. 


IL DESTINO
Come lui quasi nessuno mai, 11 gare di campionato e 4 di Europa League, ecco l’en plein. E certamente non si fermerà domani. Acerbi continua a inseguire il mito Zanetti a quota 162 presenze consecutive, gliene mancano 24 fra campionato e Coppe. Perché Francesco proprio domani raggiungerà le 138 apparizioni di seguito negli ultimi tre anni. Una cavalcata incredibile iniziata, ironia del destino, proprio il 18 ottobre 2015 al Mapei Stadium: Acerbi rientrò dopo due giornate da un infortunio e allora vinse con la Lazio 2 a 1 il suo ex Sassuolo. Non servì a nulla la rete della bandiera di Felipe Anderson, il difensore bloccò ogni altro assalto. A Reggio Emilia Acerbi è morto e rinato. All’inizio della sua avventura neroverde gli fu diagnosticato il tumore, lui lo ha sconfitto e oggi è un altro uomo. Rimarrà sempre il capitano del presidente Squinzi, che in estate ha fatto di tutto per trattenerlo, ma poi è stato costretto ad accontentarlo. A 30 anni Acerbi voleva fare un nuovo salto, dopo 5 anni, 157 presenze e 11 reti al Sassuolo. Il fallimento nel Milan gli era rimasto di traverso. 

GOL

Nel suo cuore domani sarà un derby. Urbi et Acerbi. Lo ha ammesso dopo l’ultimo successo, anche se Francesco fa finta di essere diventato spietato adesso: «Finalmente siamo cattivi, con il Sassuolo serve l’ultimo sforzo prima della sosta». E della gloria: perché lunedì a Camposano, in provincia di Napoli, si terrà l’evento degli Italian Sport Awards 2018 e la Lazio verrà premiata come club dell’anno. Acerbi nominato invece miglior difensore italiano. Anche per questo la scelta di Mancini sembra incomprensibile. Convocato invece Immobile per le sfide a Portogallo e Stati uniti. Anche a Ciro domani toccheranno gli straordinari (Caicedo out per un presunto stiramento), in Europa si è riposato sui gol, ma a quota 4 è diventato il re degli assist.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero