Meno male che a farlo rifiatare ci pensa Mancini. Meglio prenderla con questa filosofia la strana esclusione dai convocati azzurri di Acerbi. Aveva appena riconquistato la...
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IL DESTINO
Come lui quasi nessuno mai, 11 gare di campionato e 4 di Europa League, ecco l’en plein. E certamente non si fermerà domani. Acerbi continua a inseguire il mito Zanetti a quota 162 presenze consecutive, gliene mancano 24 fra campionato e Coppe. Perché Francesco proprio domani raggiungerà le 138 apparizioni di seguito negli ultimi tre anni. Una cavalcata incredibile iniziata, ironia del destino, proprio il 18 ottobre 2015 al Mapei Stadium: Acerbi rientrò dopo due giornate da un infortunio e allora vinse con la Lazio 2 a 1 il suo ex Sassuolo. Non servì a nulla la rete della bandiera di Felipe Anderson, il difensore bloccò ogni altro assalto. A Reggio Emilia Acerbi è morto e rinato. All’inizio della sua avventura neroverde gli fu diagnosticato il tumore, lui lo ha sconfitto e oggi è un altro uomo. Rimarrà sempre il capitano del presidente Squinzi, che in estate ha fatto di tutto per trattenerlo, ma poi è stato costretto ad accontentarlo. A 30 anni Acerbi voleva fare un nuovo salto, dopo 5 anni, 157 presenze e 11 reti al Sassuolo. Il fallimento nel Milan gli era rimasto di traverso.
GOL
Nel suo cuore domani sarà un derby. Urbi et Acerbi. Lo ha ammesso dopo l’ultimo successo, anche se Francesco fa finta di essere diventato spietato adesso: «Finalmente siamo cattivi, con il Sassuolo serve l’ultimo sforzo prima della sosta». E della gloria: perché lunedì a Camposano, in provincia di Napoli, si terrà l’evento degli Italian Sport Awards 2018 e la Lazio verrà premiata come club dell’anno. Acerbi nominato invece miglior difensore italiano. Anche per questo la scelta di Mancini sembra incomprensibile. Convocato invece Immobile per le sfide a Portogallo e Stati uniti. Anche a Ciro domani toccheranno gli straordinari (Caicedo out per un presunto stiramento), in Europa si è riposato sui gol, ma a quota 4 è diventato il re degli assist. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero