Lazio, pressione scudetto. Vincere per tornare a -1 dalla Juve e tenere l'Inter a distanza

Lazio, pressione scudetto. Vincere per tornare a -1 dalla Juve e tenere l'Inter a distanza
Obbligatorio vincere. Per dare un segnale al campionato: nel gruppo delle prime, la Lazio è l’unica a non essere ancora scesa in campo, le altre hanno tutte...

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Obbligatorio vincere. Per dare un segnale al campionato: nel gruppo delle prime, la Lazio è l’unica a non essere ancora scesa in campo, le altre hanno tutte già giocato e vinto. Per chiarire a tutti che le motivazioni sono le stesse dell’ultima gara, il 29 febbraio, contro il Bologna (2-0). Per rispondere alla Juventus e non mandarla in fuga (ora è a +4). Per fermare le ambizioni della temibile Atalanta e dell’Inter (è a -5 e oggi potrebbe trovarsi a -2). E per mettersi in tasca un pezzetto di scudetto. È presto per fare sogni di gloria, è vero ma la partita di oggi è una delle più difficili di quelle rimaste. Sia a livello di fisico (la squadra di Gasperini è in gran forma) sia a livello mentale (contraccolpo pesante in caso di sconfitta). Insomma, la pressione è a mille. D’altronde tra vincere e perdere stavolta c’è tutta la differenza del mondo. E poi c’è sempre quella dose di veleno da entrambe le parti che rende ancora tutto più elettrico. Prima dello stop al campionato c’era stata maretta tra Lazio e Atalanta che voleva anticipare la partita per via della gara di Champions. Niente da fare avevano risposto i biancocelesti che giustamente volevano tutelare anche i propri interessi. I dissidi sono proseguiti anche durante la chiusura con il tecnico Gasperini (oggi squalificato) che non ha risparmiato frecciate alla dirigenza biancoceleste. Motivazioni a mille che renderanno meno anonimo lo spettacolo a porte chiuse. Perché diciamolo a questo calcio manca il sale: i tifosi. Ieri i laziali si sono dati appuntamento fuori da centro sportivo di Formello per caricare la squadra in partenza per Bergamo. Un rituale mai abbandonato ogni volta che è stato impedito ai sostenitori biancocelesti di seguire la squadra in trasferta. 


QUELLA VOLTA CHE...

Inzaghi ha tenuto alta la concentrazione del gruppo. Lo ha fatto con messaggi nella chat di squadra e lo ha fatto in campo. Analisi video meticolosa della gara dell’Atalanta contro il Sassuolo. «Dobbiamo avere la stessa fame di prima» ha rimarcato ieri. E così esattamente 116 giorni dopo l’ultima partita il tecnico biancoceleste si ritrova con il mondo rovesciato: tre gare a settimana e infermeria piena. Non ci sarà Lulic. Arrivederci al prossimo anno, si spera. Fuori anche Marusic per un guaio ai flessori e Leiva che ha ancora fastidio al ginocchio. Inzaghi è costretto a giocarsi subito tre cambi. Ieri ha provato anche Milinkovic in avanti, una soluzione a gara in corso. Nel 2016, ad agosto, sempre contro l’Atalanta mancavano Lulic, Felipe Anderson e Keita. La Lazio con Kisnha e baby Lombardi vinse a Bergamo 4-3. Gol decisivo di Cataldi a uno dalla fine. Simone è pronto a metterci la firma. Curiosità: Ivo Pulcini, direttore sanitario del club, oggi sostituirà il dottor Rodia, ortopedico di riferimento (assente per motivi personali). Christian Marsella, invece, prende il posto del dimissionario Valerio Caroli, ora alla Ternana. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero