Lazio, parola all'accusa, leader nel mirino: troppo individualismo dei senatori

Lazio, parola all'accusa, leader nel mirino: troppo individualismo dei senatori
Confronti e colloqui. Anche individuali. Un'altra giornata convulsa. La Lazio si confessa, si mette sotto processo e prova a rialzare la testa. Un cammino intricato, vista la...

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Confronti e colloqui. Anche individuali. Un'altra giornata convulsa. La Lazio si confessa, si mette sotto processo e prova a rialzare la testa. Un cammino intricato, vista la situazione e considerato che si tratta del secondo ritiro in appena sessanta giorni. Nel mirino i leader del gruppo, gli “anziani”, quelli che più di tutti, per esperienza e carisma, dovevano in qualche modo garantire la crescita del gruppo e aiutare soprattutto i più giovani ad inserirsi. Invece: hanno dimenticato quanto di buono fatto l'anno scorso e voltato la testa dall'altra parte. Candreva e Biglia sotto la lente d'ingrandimento, ma pure Radu, Klose, Marchetti ed altri.


LA VERITÀ FA MALE
La seconda giornata di “castigo” a Formello, a parte i due allenamenti di mattina e pomeriggio (il primo punitivo visto che da programma era prevista una sola seduta) ha avuto come trama principale il confronto. Parlarsi, discutere su ciò che sta accadendo e come uscirne. Ma stavolta sul serio. Tecnico e giocatori. E partendo proprio da quelle frasi di Parolo pronunciate nella pancia dell'Olimpico con il cuore in mano prima davanti ai compagni e poi ribadite ai giornalisti «basta individualismi, guardiamoci negli occhi, parliamo, dobbiamo tornare a sacrificarci e correre l'uno per l'altro, altrimenti se ognuno va per la propria strada è l'inizio della fine».

PROVE DI RIPARTENZA
E così si è resettato tutto. Qualcosa è ricominciato, forse una piccola scossa. Alcuni giocatori e il tecnico hanno avuto incontri e chiarimenti, ma anche i calciatori tra loro. Prima il diesse albanese e successivamente l'allenatore, come è naturale che sia, hanno parlato con i calciatori simbolo della squadra. Un confronto franco, schietto e senza tanti giri di parole. Tra questi ci sono Candreva e Biglia, ma non sono i soli perché pure Felipe Anderson ed altri non sono stati risparmiati. Il primo, l'esterno della nazionale italiana, è considerato tra i calciatori di maggior spicco della Lazio, il migliore, quello da cui si deve ripartire, almeno questo è quello che pensano società e tecnico, ma c'è da dire che qualche suo ultimo atteggiamento, in principal modo le dichiarazioni post-Palermo, non è piaciuto per niente. Il biancoceleste, avrebbe capito di aver esagerato e si è messo a completa disposizione. Ha parlato pure con Pioli, con cui si è chiarito. E il fatto di presentarsi con un'ora d'anticipo in ritiro a Formello, primo fra tutti, è stato un segnale importante. Situazione un po' diversa con Biglia. Il calciatore potrebbe essere un po' in confusione per i rumors di mercato, ma la società, a parte la fiducia, gli ha ribadito che non ha alcuna intenzione di cederlo a gennaio. E questo verrà puntualizzato anche al suo manager in arrivo nella capitale.

LA POSIZIONE DEL CLUB

Sullo sfondo la posizione di Pioli e della società che da due giorni fa sentire come non mai la propria presenza. E che, almeno per il momento, soprattutto davanti ai calciatori, ha fatto ampiamente capire che l'allenatore ha totale e quasi cieca fiducia. Di sicuro per la dirigenza della Lazio pure il tecnico ha le proprie responsabilità, ma la linea, allo stato attuale, è di andare avanti con Pioli. Per ora, insomma, a meno di clamorosi tracolli, la sua posizione non è a rischio. Poi si sa, nel calcio, soprattutto in momenti del genere, tutto può cambiare all'istante. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero