Lazio, ragione e sentimento: la notte di Inzaghi

Inzaghi
La partita con il Bologna, pari per 3-3 e rossoblù salvi, è solo un contorno seppur ricco di gol ed emozioni. Le attenzioni, però, sono tutte per Inzaghi. Gli...

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La partita con il Bologna, pari per 3-3 e rossoblù salvi, è solo un contorno seppur ricco di gol ed emozioni. Le attenzioni, però, sono tutte per Inzaghi. Gli occhi dei tifosi lo seguono, sperando in un cenno. Un qualcosa a cui aggrapparsi. Vorrebbero sentirsi dire «resto a vita». E così mentre l’aquila Olympia, prima del fischio d’inizio, volteggia sopra l’Olimpico, il ds Tare prova a mettere la parola fine sulla querelle: «Non c’è nessuna discussione da fare, ci sono momenti di riflessione. Domenica abbiamo pranzato insieme, siamo stati molto bene, anche con il presidente. Nei prossimi giorni ci siederemo per fare un bel passo in avanti. La Juve su di lui? Non posso rispondere io (ride, ndr). Non mi sono mai fatto questa domanda. Se ho in mente profili alternativi? Insistiamo sulla stessa cosa, magari volete voi che vada, per noi deve restare, perché è un laziale dalla testa ai piedi. Siamo stati chiari sia io sia il presidente e penso che anche Inzaghi voglia la stessa cosa. Nei prossimi giorni ci incontriamo». Il giorno fissato è mercoledì. Si proverà a trovare un punto d’incontro. Perché al di là delle belle parole bisogna sedersi a parlare. Inzaghi dopo il successo in Coppa Italia ha acquisito più forza contrattuale. Merito anche delle attenzione della Juventus degli amici Paratici e Nedved. 


LA DECISIONE
Simone chiederà un adeguamento dell’ingaggio e rassicurazioni per il mercato: vuole una squadra per puntare alla Champions. Bisognerà trovare una via di mezzo anche alla rivoluzione dello staff medico che vuole Lotito a cui non sono piaciuti i troppi infortuni stagionali. Il presidente della Lazio è pronto ad offrire un rinnovo fino al 2022 raddoppiandogli lo stipendio. Una proposta allettante. Anche perché diciamolo chiaramente: la pista Juventus è plausibile ma da qui a dire che sia lui il candidato numero uno ce ne passa. Inzaghi non ha voluto parlare alla vigilia. Ha preferito concentrarsi solo sulla gara contro il Bologna, contorno della festa per la vittoria della Coppa Italia. «Resta a vita» lo striscione della Tribuna Tevere. La Nord lo chiama e lui risponde con un applauso. Simone riflette. Normale che il cuore gli dica di restare ma poi ci sono le sirene del nord. C’è la Juve e qualche sussurro dal Milan. Ne ha parlato con amici e familiari. Sentimenti e consigli contrastanti. 

L’ULTIMATUM

Lotito e Tare sono disposti ad aspettare ma non troppo.Un “ultimatum” è stato dato al tecnico che ha tempo fino al 3 giugno. La società vuole partire subito per la nuova stagione ed eventualmente avere il tempo per scegliere un sostituto. Di nomi in ballo ce ne sono diversi a cominciare dal rivale di ieri: Mihajlovic. Piace molto a Lotito, molto meno al ds Tare. Lo omaggia anche la Nord: punizione dal limite per la Lazio e via al coro: «E se tira Sinisa è gol». Lui risponde battendosi la mano sul cuore. Il feeling c’è. Poi ci sono Giampaolo, De Zerbi, Liverani e la new entry Terim. In realtà il nome del tecnico turco è stato accostato già in passato. Si vedrà. Al momento la certezza resta Inzaghi. Ieri è stato lui il vero protagonista della gara. In piedi sotto il diluvio a guidare la sua Lazio. Ad arrabbiarsi ancora una volta con il Var per un gol dubbio concesso. Ragione e sentimento. I tifosi conoscono solo il cuore e quello batte solo per Simone. Come dice Lotito sarebbe doloroso vederlo andare via.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero