OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Sarà banale, ma davvero c’è qualcosa di magico in queste notti azzurre. E non ce ne siamo accorti l’altra sera, la sensazione arriva da lontano, da quando Roberto Mancini si è preso onori e oneri (vista l’eredità che riceveva) di rivitalizzare un paese che si nutre di calcio. Diciamo che il sospetto di ritorno alla Grande Bellezza era fondato e non a caso davanti alla tv (Rai), per la sfida contro la Turchia c’erano quasi 13 milioni gli spettatori, 12 milioni e 749 mila per la precisione (con il 50,7% di share). Magica è la notte: all’Olimpico, riaperto al pubblico, davanti ai maxischermi, pieni di passione senza assembramenti; nelle case degli italiani, con frittatone e birre ghiacciate; nelle strade, dove si sono ascoltati i primi caroselli. Magica è l’atmosfera che vive il Paese, magica vuole essere la Nazionale, vincendo l’Europeo. Ma è presto. Mancini ha dato uno stile, il suo stile. Ha portato gioventù, freschezza e ha consolidato il valore dell’esperienza, della saggezza, presente in alcuni elementi, noti per vecchie battaglie azzurre. Un esempio in un senso, Chiellini (con i suoi 36 anni e 301 giorni è diventato il giocatore di movimento più anziano in una partita tra Europei e Mondiali con la maglia dell’Italia), e un esempio in un altro, Donnarumma (a 22 anni e 106 giorni è il più giovane portiere dell’Italia a partecipare a una competizione internazionale). La passione e l’attaccamento si era vista anche nella Nazionale di Conte, che in Francia nel 2012 aveva spaventato la Germania dopo aver eliminato la Spagna. Oggi, questa squadra, ha più qualità di quella, più calciatori alternativi, vedi Di Lorenzo che ha sostituito Florenzi (infortunato, forse salta anche la Svizzera, mentre Verratti ha giocato ieri 20’ nell’amichevole contro il Pescara Primavera), vedi Berardi, esploso davanti all’intoccabile Chiesa e vedi anche Locatelli, che sta tenendo botta come vice Verratti.
IL CONDOTTIERO
Mancini è il condottiero, non sbaglia scelte, coinvolge tutti e vince, il che non è poco. Sono 9 i successi consecutivi, che vanno ad allungare la serie di risultati utili, ora 28, a -2 da Vittorio Pozzo che si era fermato a 30. Traducendo: se il Mancio non perderà le prossime due sfide del girone, e supererà gli ottavi, sarà il ct numero uno. Perché questa squadra deve far finta di non crederci? Infatti ci crede eccome, ma il difficile viene ora. Perché abbiamo vissuto qualche bella Nazionale, che poi non ha vinto: vedi Germania ‘88 o Italia ‘90, in entrambi casi c’era Mancini, giocatore non protagonista. Ora è allenatore dominante. Il manager, la faccia dell’Italia. E’ bello, specchiato, chic. Magnetico. Non punta sui blocchi ma gioca con le scommesse, sempre sotto la stella cometa dell’inseguimento della qualità.
SOCIALIZZANDO
Il gruppo è coinvolto a pieno.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero