Euro 2016, la Germania in difesa è un muro di Berlino. Ma la tradizione è con l'Italia

Euro 2016, la Germania in difesa è un muro di Berlino. Ma la tradizione è con l'Italia
ROMA Beata e immersa nella galassia dei campioni del mondo, la Germania ora trema solo all'idea di doversi misurare con la piccola, grandissima Italia. Vivere di ricordi, va...

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ROMA Beata e immersa nella galassia dei campioni del mondo, la Germania ora trema solo all'idea di doversi misurare con la piccola, grandissima Italia. Vivere di ricordi, va detto, non aiuta. Figurarsi finir sotto l'onda degli incubi. Eppure ad incupire i pensieri tedeschi sono ancora gli esiti delle semifinali dei Mondiali del 1970 e del 2006, come pure di Euro 2012. Per sorvolare sulla ferita legata alla finale mondiale del 1982. Sempre sconfitti, i tedeschi. Ogni volta vincitori, anzi trionfatori, gli azzurri.

I MOTIVI

Oggi la Germania di Joachim Low ha un volto diverso. Perfino disteso, si direbbe. Ha vinto il proprio girone europeo con sette punti, piegando l'Ucraina e l'Irlanda del Nord e pareggiando tra i dubbi con la Polonia. Domenica, però, davanti ai 44 mila di Lille, ecco la mutazione. Dopo aver suscitato perplessità più tecniche che tattiche, i tedeschi hanno sbriciolato gli entusiasmi della Slovacchia. È stato un dominio. E così, strada facendo, alla fluidità delle trame si è abbinata la crescita della convinzione e soprattutto del divertimento. Come se la notte della Germania avesse cominciato, improvvisamente, a rischiararsi. E se una squadra si diverte può davvero toccare l'infinito. Bastano pochi indizi, a pensarci, per avere un'immagine nitida. Per una necessità diventata virtù, ad esempio, a Lille, Low ha schierato il giovane Kimmich, di anni 21..., come terzino nonostante sia un mediano. E ha ricevuto ottime risposte. Draxler, in avanti, ha saputo colmare lacune aperte dai titolare. Quanto all'attacco, grande è stato il ritorno di Mario Gomez, di nuovo capace di orientare un reparto. Oltre tutto i campioni non hanno ancora subìto neppure un gol in Francia. Unici nel panorama. Ma d'altronde era chiara da mesi l'idea di Low. Più che un intento, una scommessa sul tavolo della carriera. Perché il tecnico si è sottratto al peso (a volte eccessivo) della riconoscenza e ha scelto di rivoluzionare la rosa prima che fosse obbligatorio. Ha voluto anticipare i tempi per guadagnarne, insomma. Per cui, nella lista dei convocati per gli Europei, sono sbarcati giocatori nati nel 1994 come Can, nel 95 come Weigl e per l'appunto Kimmich, e nel 96, ovvero Tah e Sané. Che coraggio. «Io dormo tranquillo... Anche se l'Italia ha una difesa incredibile», ha confidato Low. Visionario o genio, tra qualche giorno sapremo.
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Il Messaggero