La Polonia batte in rimonta gli Usa: finale mondiale contro il Brasile

La Polonia batte in rimonta gli Usa: finale mondiale contro il Brasile
Solo il Brasile può perdere il mondiale. Ha battuto la Serbia per 3-0, senza mai rischiare, in nessun set. Insomma ha travolto chi aveva infierito sull’Italia....

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Solo il Brasile può perdere il mondiale. Ha battuto la Serbia per 3-0, senza mai rischiare, in nessun set. Insomma ha travolto chi aveva infierito sull’Italia. Guardando le semifinali, non c’è proprio spazio per alcun rammarico, gli azzurri erano troppo inferiori, con il Brasile avrebbero forse raccolto 40 punti, magari se la sarebbero giocata con gli Usa, superati dalla Polonia al tiebreak, in rimonta. 


La Seleçao è un po’ come nel calcio, o cade presto, prima, o altrimenti in finale generalmente vince, chiedere all’Italia di Montali e di Blengini, 2004 e 2016. Sono troppo più forti, solo la Russia era alla loro altezza, proprio per questione di centimetri, si è fatta rimontare due set e poi si è sciolta contro gli americani. Sì, il Brasile aveva già perso nella prima fase, ha faticato altre volte, però vedrete che oggi non se la farà sfuggire, a differenza di 4 anni fa. 

Il Pala Alpitour si riempie dal pomeriggio, c’è voglia di bello sport, di scambi lunghi, di partite incerte. Non come le ultime dell’Italia, andata a casa in mattinata a preparare la nuova stagione. Il primo set è polacco, per 25-22. Lo scambio del 10 pari è avvincente, sino all’errore a stelle e strisce. A Torino ci sono le musiche dei cartoni animati, del cinema, ad accompagnare il videocheck, la correzione fa 9-11 e dunque Christenson in battuta. Kurek è un opposto più vero di Zaytsev, sorpassa sul 15-14, poi Anderson caccia fuori la bella alzata rovesciata di Christenson. E’ l’alzatore hawaiano di Modena, arrivato da Civitanova in cambio di Bruninho, secondo la strategia di Stoitchev, prima che il bulgaro arrivasse alle vie legali con la presidente Catia Pedrini. 

Gli Usa ripassano, 17-20 con Russell al servizio, e incassano il secondo set, per 20-25. Anche il terzo, 23-25. Nel quarto è prevedibile la riscossa polacca, si fa mezzanotte, è la vera gara per l’argento, dando per semiscontato l’oro del Brasile. Il quinto è dominato dai biancorossi, 6-1, crollo raro, a questi livelli, nel momento chiave di una competizione. Neanche l’ace di Smith basta il 10-4 di Drzyzga permette di giocare sul velluto. Sull’11-8 serve il timeout, finisce 15-12. 

Ah, in Polonia la pallavolo è sport nazionale, difende il titolo conquistato in casa 4 anni fa, sempre contro il Brasile. In Usa «non esiste il professionismo», confessano i nazionali. «Tantomeno fra le donne. Per questo veniamo a giocare anche in Italia». Ecco, gli Usa neanche hanno il campionato, eppure sono meglio dell’Italia, da anni, esclusa la semifinale olimpica di Rio, ovviamente. Hanno tecnica e tattica, concentrazione e difesa. Non abbastanza per sopraffare la Polonia del belga Vital Heynen. C’è tanta Italia, nelle rose, ma anche qualche centinaio di tifosi della Polska, mentre gli americani non si vedono. 


Oggi, dunque, su Rai2, alle 17 per il terzo posto Usa-Serbia, dalle 21,15 Brasile-Polonia. Chissà se gli azzurri tiferanno per i sudamericani o per chi ha contribuito a estrometterli dal mondiale di casa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero