L'affondo di Andrea Agnelli ha lasciato il segno: «Gli arbitri di porta non servono, vanno eliminati e portati dietro al Var. Qualche riflessione su Collina e sulla sua...
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BUFFON DIVIDE
Come accaduto a Buffon. Comprensibile lo sfogo in campo del portiere, meno quanto poi dichiarato nel post-gara. Perché qui non è una questione di «avere un bidone dell'immondizia al posto del cuore». Un arbitro deve saper valutare gli episodi per quello che sono, senza essere condizionato da quello che è accaduto nella gara d'andata. Lo pensa anche Pirlo che pur provando a giustificare l'ex compagno («Io sarei andato fuori di testa») ammette: «Il rigore poteva anche starci. Gigi avrà anche esagerato ma va capito». Per invertire la rotta, c'è soltanto un modo: l'introduzione del Var. Che non sarà la panacea a tutti i mali ma ridurrebbe drasticamente il margine di errore in campo e nelle designazioni di Collina che continua a inviare arbitri inesperti (sia Makkalie, arbitro di Barcellona-Roma, che Oliver, fischietto di Real-Juve, erano alle loro prime direzioni di alto livello: entrambi non fanno parte della lista dei 36 che andranno ai Mondiali) nonostante l'alta posta in palio. Per questo motivo le parole di Agnelli devono avere un seguito. La spallata, da sola, non basta. Se già ieri la Uefa si è affrettata a far trapelare al colosso dell'informazione Sky Sport News come non abbia minimamente intenzione di accelerare l'introduzione della tecnologia in Champions, chi meglio del presidente bianconero può cercare di smuovere le acque? È nel board dell'Uefa ed è presidente dell'Eca, dunque ha tutti gli strumenti per farsi sentire. Più lui della nostra Federcalcio, relegata ormai ad un anonimo commissariamento. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero