Champions, l'Italia sfiducia Collina. Agnelli pronto a muovere l'Eca

Champions, l'Italia sfiducia Collina. Agnelli pronto a muovere l'Eca
L'affondo di Andrea Agnelli ha lasciato il segno: «Gli arbitri di porta non servono, vanno eliminati e portati dietro al Var. Qualche riflessione su Collina e sulla sua...

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L'affondo di Andrea Agnelli ha lasciato il segno: «Gli arbitri di porta non servono, vanno eliminati e portati dietro al Var. Qualche riflessione su Collina e sulla sua evidente vanità va fatta, visto che queste designazioni sono forse effettuate per dimostrare la sua imparzialità. Un designatore che ha una responsabilità così alta, va cambiato ogni tre anni». Al netto dei trascorsi tra le parti (Perugia-Juve del 2000 sotto al diluvio), l'accusa è senza precedenti, anche perché a parlare è senza dubbio il presidente della Juventus ma anche il numero uno dell'Eca (European Club Association). Il controverso fallo di Benatia in pieno recupero che ha causato il rigore poi trasformato da Ronaldo, decisivo per l'eliminazione dei bianconeri, ha riacceso i fari su un triangolo caldissimo: Collina, arbitraggi in Europa, club italiani. Perché un errore può capitare, due pure, ma quando ogni squadra italiana viene costantemente penalizzata dai fischietti scelti dall'ex arbitro bolognese, c'è qualcosa che non va. Paradossalmente il fallo di Benatia dell'altra sera, nonostante le polemiche, rimane un episodio di difficile valutazione. Rivedendo infatti le immagini, la certezza che non sia rigore non c'è. Probabilmente nemmeno la sicurezza contraria ma tant'è: la trafila di torti, raggiunta soltanto quest'anno tra Champions e Europa League, è lunghissima. Iniziamo con la Juventus che sia con il Tottenham che con il Real Madrid (all'andata), può reclamare per due rigori non concessi a Douglas Costa e Cuadrado. Poi è toccato al Milan con l'Arsenal (clamorosa simulazione di Welbeck trasformata in penalty), alla Roma al Camp Nou (due rigori negati) e alla Lazio con il Salisburgo (rigore inventato a favore degli austriaci). Tanto basta per rischiare di perdere la testa.

BUFFON DIVIDE

Come accaduto a Buffon. Comprensibile lo sfogo in campo del portiere, meno quanto poi dichiarato nel post-gara. Perché qui non è una questione di «avere un bidone dell'immondizia al posto del cuore». Un arbitro deve saper valutare gli episodi per quello che sono, senza essere condizionato da quello che è accaduto nella gara d'andata. Lo pensa anche Pirlo che pur provando a giustificare l'ex compagno («Io sarei andato fuori di testa») ammette: «Il rigore poteva anche starci. Gigi avrà anche esagerato ma va capito». Per invertire la rotta, c'è soltanto un modo: l'introduzione del Var. Che non sarà la panacea a tutti i mali ma ridurrebbe drasticamente il margine di errore in campo e nelle designazioni di Collina che continua a inviare arbitri inesperti (sia Makkalie, arbitro di Barcellona-Roma, che Oliver, fischietto di Real-Juve, erano alle loro prime direzioni di alto livello: entrambi non fanno parte della lista dei 36 che andranno ai Mondiali) nonostante l'alta posta in palio. Per questo motivo le parole di Agnelli devono avere un seguito. La spallata, da sola, non basta. Se già ieri la Uefa si è affrettata a far trapelare al colosso dell'informazione Sky Sport News come non abbia minimamente intenzione di accelerare l'introduzione della tecnologia in Champions, chi meglio del presidente bianconero può cercare di smuovere le acque? È nel board dell'Uefa ed è presidente dell'Eca, dunque ha tutti gli strumenti per farsi sentire. Più lui della nostra Federcalcio, relegata ormai ad un anonimo commissariamento. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero