Rio 2016, Zaytsev: «Per l'oro appuntamento a Tokyo 2020»

Rio 2016, Zaytsev: «Per l'oro appuntamento a Tokyo 2020»
dal nostro inviato RIO DE JANEIRO «Purtroppo quest'oro olimpico sta diventando una maledizione, è la storia che lo dice. Comunque, ci riproveremo. Ci riproveremo...

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RIO DE JANEIRO «Purtroppo quest'oro olimpico sta diventando una maledizione, è la storia che lo dice. Comunque, ci riproveremo. Ci riproveremo sempre. Le finali olimpiche sono rare ma sono belle anche per questo, è stimolante rincorrerle. Fra quattro anni sarà bello provare ad acciuffarla di nuovo». Inno all'ottimismo. Mentre mezza squadra ha appena smesso di piangere per la delusione, Ivan Zaytsev veste ancora i panni del trascinatore. Si presenta, fiero, con la sua medaglia. E parte all'attacco. «Bello parlare con un argento al collo. Voglio girarla così».

Non c'è delusione, dunque
«Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto. I componenti di questa squadra hanno saputo mettere insieme le loro storie personali, ognuno ha aperto un pezzo del suo cuore agli altri. E così siamo riusciti a condividere qualcosa di grande. Questo argento è un premio a tutti gli sforzi che abbiamo fatto. Non è l'oro, certo, ma va bene così. E poi l'abbiamo fatto apposta per far stare tranquilli quelli della nostra generazione di fenomeni (e ride)».
Il riferimento è ai vari Bernardi, Zorzi e Giani, battuti dall'Olanda ad Atlanta 96. A proposito di fenomeni, il Maracanazinho le ha riservato un'ovazione durante la festa del podio
«È bello essere rispettato per quello che fai. Senza polemica, però, voglio dire che fa parte della festa brasiliana. Mi hanno applaudito perché erano contenti della vittoria. Sarebbe successo lo stesso se avessimo vinto noi? Magari mi applaudivano un po' meno».
C'è stato un momento in cui la gara poteva girare, il suo attacco sul 22-21 del secondo set con il tocco a muro non visto dall'arbitro. C'era?
«Sì, sì, me l'hanno detto anche i brasiliani. Saremmo andati 23-21 invece che 22 pari. Questione di sfiga o di fortuna. In semifinale ho fatto l'ace di un millimetro che ci ha fatto vincere il quarto set con gli Stati Uniti. Qua invece è andata un po' così Poi a pensare male ci si mette un attimo ma ormai è inutile. Non mi piace guardare indietro. La partita è finita, potevamo averla in mano noi e non ci siamo riusciti. Punto».
Si sente un po' personaggio dopo questi Giochi?
«Finalmente qualcuno è riuscito a farsi incuriosire da me e da questa Nazionale. Sono contento, soprattutto perché noi non siamo star, siamo umili come quelli che trovi al bar la mattina a fare colazione prima di andare a lavoro».
Cosa le riserva il futuro adesso?

«Non lo so, abbiamo creato un bel gruppo con una mentalità vincente ma molto dipenderà anche da chi resterà nel giro azzurro e chi ne uscirà. Intanto pensiamo ad andare un paio di settimane in vacanza, ché tra un po' ricomincia il campionato».
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Il Messaggero