L’Audace e lo "scherzetto" al Gaeta. Ceccobelli: «Cresce l’autostima»

L’Audace e lo "scherzetto" al Gaeta. Ceccobelli: «Cresce l’autostima»
L’Audace prosegue il suo “digiuno” da vittorie che dura dal 15 settembre scorso (seconda giornata contro l’Atletico Vescovio) e che si aggiunge...

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L’Audace prosegue il suo “digiuno” da vittorie che dura dal 15 settembre scorso (seconda giornata contro l’Atletico Vescovio) e che si aggiunge all’eliminazione dalla Coppa Italia, ma il pareggio per 2-2 di domenica scorsa contro il Gaeta capolista è sicuramente un segnale importante. Tra l’altro la formazione di Genazzano è passata dallo 0-2 al 2-2 nel corso della ripresa e questo è sintomo di una squadra che è ancora compatta e ha voglia di essere protagonista. A “suonare la riscossa” nel match contro i pontini è stato Simone Ceccobelli, centrocampista classe 1981 al suo secondo gol stagionale dopo quello contro il Morolo.

 
«Devo dire che non meritavamo il doppio svantaggio perché il Gaeta, che è certamente una grande squadra e lotterà fino alla fine per salire in serie D, aveva creato pochissimo: di fatto con un tiro e mezzo avevano segnato due reti, ma noi non ci siamo arresi e abbiamo messo in campo una forte voglia di riscatto dopo il brutto k.o. di Coppa. Dopo il mio gol dell’1-2, è arrivato quello di Nunez per il definitivo pari: un punto che abbiamo ampiamente meritato».
 
L’ex Città di Paliano è tornato a casa: «Sono di Genazzano e sono tornato sia per motivi familiari che lavorativi, adesso le priorità sono altre. Inoltre ho sposato in pieno il progetto Audace e mi sono messo ad allenare nella Scuola calcio anche per cominciare un percorso che potrebbe interessarmi per il dopo-carriera da calciatore». Che al momento non sembra essere vicino: «Finchè mi sento bene, mi diverto e non mi pesa allenarmi, non vedo perché dovrei smettere. Vivo questa passione per il calcio come un bambino e penso alla giornata». Lo stesso discorso vale per l’Audace: «Questo pareggio col Gaeta può darci autostima, ma dobbiamo rimanere coi piedi per terra e ragionare partita dopo partita». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero