​L'appello di Montemurro: «Basta oriundi, ridiamo la nazionale ai giocatori italiani»

L'appello di Montemurro: «Basta oriundi, ridiamo la nazionale ai giocatori italiani»
Andrea Montemurro, imprenditore romano candidato alla presidenza della Divisione Calcio a 5 e già presidente di alcune squadre di serie A di calcio a 5, lancia un...

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Andrea Montemurro, imprenditore romano candidato alla presidenza della Divisione Calcio a 5 e già presidente di alcune squadre di serie A di calcio a 5, lancia un appello, dopo la cocente e clamorosa eliminazione dell'Italia del futsal per mano dell'Egitto ai Mondiali in Colombia. «Ridiamo l'Italia agli italiani, credo sia ora. La figuraccia storica fatta al mondiale, oscurato dalla tv di Stato, è solo l'ultimo anello di una catena ormai debole e insostenibile. Il mio obiettivo è quello di dare al calcio a 5 finalmente più credibilità. Non credo che una nazionale formata interamente da giocatori italiani sarebbe stata capace di fare una figura simile. In passato almeno la scelta degli oriundi e dei naturalizzati portava risultati, ora nemmeno più quelli. Siamo stati eliminati agli Europei dal Kazhakistan e ai Mondiali dall'Egitto. L'ultima è una disfatta paragonabile a quella subìta dalla nazionale di calcio contro la Corea. Mi pare che una svolta sia necessaria, ormai non più rinviabile. Bisogna tornare a puntare sui nostri talenti, anche rivitalizzando i settori giovanili». 


Per ripartire, Montemurro ha già pronte lemodalità: «Se me ne verrà data l’opportunità, sosterrò l’impegno di presidenti e società di tutta Italia con uno sgravio delle loro spese e il contributo attivo di sponsor che sono già pronti a intervenire. Premieremo i club maggiormente virtuosi attraverso incentivi che premino il lavoro di chi vuole far crescere questo sport. Ridaremo poi voce e importanza ai grandi campioni del passato e del presente del nostro calcio a cinque e daremo spazio finalmente ai giovani italiani. Vorrei poi riportare il calcio a 5 in televisione, perché è uno sèport che merita visibilità ed ha un'elevata fruibilità televisiva». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero