L'Uefa indaga su Serbia-Albania Da Platini e Blatter arriva la condanna, si preannuncia una stangata

L'Uefa indaga su Serbia-Albania Da Platini e Blatter arriva la condanna, si preannuncia una stangata
«A Belgrado si sono viste scene inscusabili»: è la condanna di Michel Platini dopo gli incidenti in campo durante Serbia-Albania, nati dopo che un drone aveva portato sul...

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«A Belgrado si sono viste scene inscusabili»: è la condanna di Michel Platini dopo gli incidenti in campo durante Serbia-Albania, nati dopo che un drone aveva portato sul terreno di gioco la bandiera della "Grande Albania". «Il presidente Platini è molto rattristato», ha riferito sul profilo twitter il portavoce Uefa Pedro Pinto, riportando la dichiarazione del n.1 Uefa. «Il calcio serve a unire i popoli e il nostro sport non dovrebbe essere coinvolto con risvolti politici di qualsiasi genere».




«Immaginate se sotto il drone ci fosse stata una bomba», questo l'ennesimo commento del presidente dell'Uefa, Michel Platini, a Tf1. «Gli episodi di ieri - dice - sono vergognosi, immaginate cosa sarebbe successo se sotto il drone ci fosse stata una bomba. È molto pericoloso, soprattutto in quei paesi dove la tensione politica è alta».



L'Uefa indagherà su quanto accaduto ieri nel corso di Serbia-Albania, match di qualificazione a Euro

2016 dove dopo l'apparizione di un drone. Come riporta il sito ufficiale dell'organo di governo del calcio europeo «la partita del Gruppo I di ualificazione a Euro 2016 è stata sospesa dopo 42 minuti e segnalata alla Commissione Disciplinare, di Controllo e Etica Uefa».



Anche Blatter condanna i fatti di Belgrado. «Il calcio non dovrebbe mai essere usato per emettere messaggi politici», le parole del presidente della Fifa Joseph Blatter che in un tweet condanna quanto avvenuto nel corso di Serbia-Albania. «Condanno con forza quanto è accaduto a Belgrado la notte scorsa», aggiunge Blatter.



«La politica resti fuori dal calcio». Platini punta il dito contro gli scontri di Serbia-Albania, e già all'orizzonte si intravede il pugno duro dell'Uefa sui fatti di ieri a Belgrado. Già quattro anni fa la disciplinare di Nyon dovette affrontare una notte incredibile di violenza, quella di Italia-Serbia a Genova, e tutto sommato quella volta la tolleranza non fu zero, ma poco di più. Ora, anche se la provocazione è partita da tifosi albanesi, la rissa in campo e l'ingresso di tifosi locali con sedie e altri oggetti a caccia degli albanesi peserà. L'indagine è stata aperta in serata (il caso sarà discusso già il 23 ottobre): l'accusa alla Serbia, oltre che il lancio di fumogeni e l'invasione di campo, è l'insufficiente apparato di sicurezza.

Per l'Albania, invece, il capo di imputazione è che i suoi giocatori si sono rifiutati di proseguire la partita, e per l«'esposizione di uno striscione illecito». Parodosso Uefa, le motivazioni dell'apertura dell'inchiesta non citano mai la parola 'dronè. E guardando alle possibili sanzioni per la Nazionale serba, visti i capi di imputazione e considerando che si tratta di una recidiva dopo i fatti di Genova, è facile ipotizzare una maxi-squalifica del campo e/o comunque le porte chiuse. Mentre è probabile lo 0-3 a tavolino a sfavore dell' Albania che non è voluta scendere in campo.

In attesa dell'inchiesta e del processo, da Platini a Blatter è uno stop agli odi politici ed etnici nel calcio. O attraverso il calcio. «Il calcio non dovrebbe mai essere usato per emettere messaggi politici - la dura reazione di Blatter - Condanno con forza quanto è accaduto a Belgrado la notte scorsa». Avversario di Blatter nella politica del pallone, ma sulla stessa linea di chi comanda alla Fifa relativamente ai fatti di Serbia-Albania è lo stesso Platini, secondo cui «a Belgrado si sono viste scene inscusabili. Il calcio serve a unire i popoli e il nostro sport non dovrebbe

essere coinvolto con risvolti politici di qualsiasi genere». Una linea quella tracciata da chi governo il calcio da cui non si discosta chi deve segnare la strada da seguire per il Vecchio Continente:


«La politica non sia guidata dalle provocazioni da stadio - ha sottolineato Maja Kocijancic, portavoce dell'Alto rappresentante Ue Catherine Ashton - e per questo evidenziamo l'importanza della cooperazione regionale e la prevista visita del premier Edi Rama in Serbia dei prossimi giorni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero