Un sorriso per Klose, Djordjevic è in calo, mentre il tedesco all'Olimpico difficilmente sbaglia

Un sorriso per Klose, Djordjevic è in calo, mentre il tedesco all'Olimpico difficilmente sbaglia
Il suo sorriso può riaccendere le luci a San Siro. Cancellare persino quel muso all'ultima cena di Natale, sotto l'albero Klose ha ancora una speranza. Può ripartire...

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Il suo sorriso può riaccendere le luci a San Siro. Cancellare persino quel muso all'ultima cena di Natale, sotto l'albero Klose ha ancora una speranza. Può ripartire dall'Inter, Miro, Pioli ci sta pensando di nuovo: «E' un grande professionista, una freccia per entrare nei primi cinque posti», ha ribadito il tecnico sabato, nel post-partita contro l'Atalanta. Una serata in cui Djordjevic ha mostrato i primi segni di cedimento: un solo tiro, più falli (4) di tutti i giocatori in campo, appena 17 passaggi con la media più bassa della squadra (il 71%) e solo 2 duelli aerei vinti su 7. E' stanco, insomma, Filip: quale miglior occasione, allora, per riaccendere lo sguardo di Miro? Klose ha fame di campo, Pioli può offrirgli un altro “big” menù. D'altronde lo predilige con le grandi: il tedesco dal primo minuto contro Milan e Juve. Quindi l'Inter è prenotata, almeno sulla carta e sulla cabala. Perché l'ultima vittoria sui nerazzurri risale all'ottantaseiesimo dello scorso 6 gennaio – debutto all'Olimpico del Reja-bis – e porta proprio la firma del panzer. Quello, un bel mal di panzer, un'abbuffata di tre punti.




MAL DI PANZER

Replay dello scontro diretto: in volo l'anno scorso Miro anticipava Ranocchia con uno sgommata da Klose dell'altro mondo. All'Olimpico però, è questo il problema: il tedesco (scordatevi il Brasile) non segna in trasferta da oltre 15 mesi. Quest'anno tre gol in campionato, ma tutti in casa in 425' giocati. Paradossalmente Miro ha una media gol (uno ogni 142') migliore di Djordjevic, a quota sei reti (una ogni 175') in 15 presenze. Eppure deve sbloccarsi lontano da Roma, ha bisogno di una chance. E lunedì, professore per un giorno nella scuola tedesca dei suoi gemellini Luan e Noah, ha mandato un altro messaggio a Pioli: «Giocare, cosa che a me quest'anno non capita spesso, è bello. E' il mio sogno». Il tecnico non lo ha ancora esaudito, dopo lo sfogo di Klose in patria. Non ha ceduto alla “minaccia” d'addio. L'unico errore è stato forse dare a Klose gli scampoli di gara, manco fosse un ragazzino. Ma è giusto che Pioli vada avanti per la sua strada, sapendo quando tornare indietro: «L'allenatore vuole una difesa molto alta, permettendo ai giocatori d'attacco di riposarsi e di non rientrare in continuazione. Questo espone noi difensori al rischio continuo di contropiedi e all'uno contro uno, ma stiamo lavorando con il mister per capire come raggiungere il giusto equilibrio», svela Cana. Che dopo l'Atalanta – complice l'infortunio di Braafheid e il ritorno di Radu a sinistra – sarà ancora titolare con l'Inter: «Il terzo posto è nelle nostre mani, anche perché a gennaio giocheremo diverse gare in casa per rimanere lassù. Di certo uno sprint prima della sosta a Milano può darci ulteriore fiducia. Anche contro i troppi infortuni». Ieri Lulic si allenava ancora in palestra, ma cercherà di stringere i denti.



AIUTO AL MERCATO


AAA cercasi aiuto dal mercato. Massima concentrazione sul difensore, ma a dir la verità c'è l'accelerata in uscita. Buoni segnali dal Colo-Colo per Novaretti, coi cileni pronti a versare interamente il milione d'euro già a gennaio per l'intero cartellino. Si muove qualcosa anche in Portogallo per Pereirinha e in Qatar e Arabia Saudita per Ederson, che non sembra però gradire le destinazioni. C'è infine il Cardiff su Ciani, che fiuta però la scadenza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero